L'attacco finale alla democrazia è iniziato! Il governo ha mollato un cazzotto risolutivo, un “uppercut” praticamente definitivo alla libertà della rete internet per mandarla a tappeto e metterla sotto controllo. Una peste nella peste italiana. Qualche giorno fa nel voto finale al Senato che ha approvato il disegno di legge 733 (il c.d. pacchetto sicurezza) è stato introdotto l’art. 50 bis “repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Il tutto in mezzo all’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senza tetto. Un obbrobrio. Un’oscenità al quadrato se si pensa che tale sconcio è stato introdotto con un emendamento dell’opposizione e precisamente del senatore Gianpiero D’Alia. A dimostrazione della trasversalità del disegno liberticida di questa “casta” di peronisti straccioni che non vuole staccarsi dal potere.
Come dire che se un qualunque cittadino che si azzardi a scrivere in un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Sembra quasi un provvedimento antiradicale fatto ad hoc contro di noi. Già era successo a me personalmente, quando fui licenziato dalla compagnia di assicurazione dove lavoravo, che misi la storia del licenziamento sul mio sito e la casta di allora, con violenza inaudita, si scagliò contro di me con ogni tipo di azione legale. Quei “ladri di verità” non trovarono niente di meglio che far oscurare il sito con un provvedimento d’urgenza, ex art. 700. E stavo solo facendo un resoconto dei fatti accaduti. Figuriamoci se per caso mi fossi permesso di raccontare cose più delicate. Avrebbero assoldato un killer per farmi fuori, viene da pensare.
A quanto pare, nell’osceno provvedimento il Ministro dell'interno potrà disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai provider di utilizzare entro il termine di 24 ore gli appositi strumenti di filtraggio necessari, ché altrimenti, si rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger a seconda del tipo di crimine: da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Una vera e propria manna per la Casta, così si potranno bloccare Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai praticamente l'unica fonte informativa non censurata. Come faremo noi radicali a contestare l'esistente in termini di eutanasia, eugenetica, clonazione, ecc.?
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” vuole normalizzare il fenomeno che fa crescere intorno ad internet un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet e chi non può fare la stessa cosa, invece, pensa soltanto a censurare e a far diventare l'Italia come la Cina o la Birmania. È ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani, perciò bene hanno fatto i radicali a pubblicare “La peste italiana”, una storia di distruzione dello Stato di diritto e di re-instaurazione di un regime neototalitario. Ma temo che non sia sufficiente. Basta vedersi in giro, è in gioco davvero la democrazia, eppure a nessuno sembra interessare granché.
Walter Mendizza
(da Notizie radicali, 15 maggio 2009)