Nato a Budapest nel 1885 si formò in diretto contatto con la cultura letteraria e filosofica mitteleuropea. La maggior parte delle sue opere sono scritte in tedesco. Con la partecipazione, nel 1919, alla Repubblica dei Consigli ungherese, la sua vita e la sua opera si intrecciarono con le vicende del comunismo in occidente e con il complesso e tormentato sviluppo del marxismo contemporaneo. Emigrato prima a Vienna, nel 1956 entrò nel governo Nagy, venne arrestato e confinato. Morì a Budapest nel 1971. Storia e coscienza di classe è un testo che possiede una tale ricchezza di anticipatrici intuizioni da avere, a suo tempo, influenzato filosofi come Adorno, Sartre, Marleau-Ponty e chiamato a un confronto anche l’Heidegger di Essere e tempo. Notoriamente il tema decisivo dell’alienazione, interpretata in base al concetto di reificazione, così come quello di centralità della nozione di merce nella società capitalistica, superano i confini della contingenza speculativa per entrare in una dimensione ancora attualissima. Come ogni grande testo filosofico Storia e coscienza di classe resta un libro di studio, anche se l’imbecillità dei giorni nostri lo vorrebbe caduto sotto i mattoni del muro di Berlino, o scempiato con le crepe che affiorano nei regimi totalitari del sopravvissuto comunismo reale.
Luca Lapi luca.lapiyes@alice.it
(L'edizione citata è stata pubblicata dalla Sugarco, nella collana "Tasco", nel 1991. La traduzione è di Giovanni Piana, brossura, pp XIV + 426. Si trova normalmente nei remainders e on line a metà prezzo)