Per i tanti articoli su Pascoli, per distratti, incompetenti e frettolosi, ecco un altro scoop: mio nonno, papà del secondo marito di mia madre Maria, pubblicò i primi tre libri di Giovanni. Il Pascoli diede il soprannome di Iuzzu a Vincenzo Muglia editore e il simbolo dell'allora casa editrice (S'ARMA E NON PARLA).
Inoltre pagò bollette e pensioni allo stesso Pascoli quando era in difficoltà (accadde in forma minore anche per Luigi Capuana, di cui pubblicò Si conta e si racconta, da me ristampato).
Alcune di queste cose si leggono 'comodamente' per chi studia in: (edizione di riferimento) Maria Pascoli, Lungo la vita di Giovanni Pascoli, Memorie curate e integrate da Augusto Vicinelli, con 48 tavole fuori testo, Arnoldo Mondadori editore, Milano 1961.
Non solo ma ho dato tramite l'amico Franco Conti, ogni lettera, da me custodita per anni, alla Fondazione Giovanni Pascoli. Lettere inedite, cartoline e quant'altro, purtroppo non ho fotocopia.
Ma l'editore e la famiglia Muglia vennero ricordate più volte dai giornali, quando morì Vincenzo.
Non voglio farla lunga, ma così è anche per Anna Maria Ortese, le “mie” lettere (quelle che la Ortese mi scriveva, le mie sono state fatte sparire, così in quella storia non esisto) stanno alla Presidenza del Consiglio, quando allora c'era il governo Craxi che mantenne la promessa, fatta a me e ad Adele Cambria, da Giuliano Amato e così venne applicata quella famosa legge Bacchelli (vitalizio concesso dallo Stato nell'86 per la prima volta), grazie alla nostra fatica.
Tornando al Pascoli basta vedere qui, non è difficile e ricordo molti che facevano tesi di laurea attente, viaggiavano, passavano mesi in biblioteca, compravano libri se li trovavano:
www.maremagnum.com
Per fare un esempio: se mi affidassero qualcosa di calcio e dicessero parla del Milan, non mi limiterei a dire che è di Berlusconi (o non lo è, pareva si fosse dismesso da tutto e, invece, in odor di moglie e di eredità, riappare tutto il suo impero [dopo il romano, il bizantino, quello di Benito, forse il terzo per importanza]) ma, farei attenta ricerca, invece leggo e rileggo articoli sul Pascoli e non trovo traccia di come viveva a Messina, del terremoto e di mio nonno che direbbe:
“All'anima ra palla!"
Ora, come si spiega che la segretaria della Vallecchi, dovendo fare una tesi di laurea su Anna Maria Ortese, mi cerca, mi trova, mi chiama? E altri no?
Poi non vorrei essere un provocatore, sembrerebbe che parlo sempre di me, ma avendo visto molti articoli anche su Tellusfolio, dove sono citate le prime edizioni e mi fa rabbia perché non è vero. Su internet c'è persino tutto il libro della figlia.
Uffa Pascoli non è Beppe Costa, andrebbe studiato come si faceva un tempo che sapevano, altrimenti parlassero solo della cavallina stanca come me.
Beppe Costa