Non è stata banale la vita di questo ragazzo di 24 anni, Giuseppe Gatì, morto tre mesi fa… era un blogger anche lui, aveva un sito LA MIA TERRA LA DIFENDO IO uno che aveva gridato che bisognava ribellarsi. (Qui video della contestazione a Vittorio Sgarbi).
Era il 23 gennaio pochi giorni prima… e dal suo blog, gli scriveva un’amica, Alessia: «Caro Peppe, il video della contestazione a Sgarbi ormai è stato visto da più di 100.000 mila persone.…INFORMARSI, INFORMARE, CRITICARE, COSTRUIRE. Facciamo qualcosa che arrivi anche alla gente che non ha internet: volantinaggio massiccio nei paesi, al mercato, davanti le chiese, dappertutto! DICIAMO LE COSE COME STANNO e non a chi già sa, ma a chi ha come unica fonte di informazione la televisione monopolizzata e i giornali venduti ai politici. Sono sicura che andremo avanti e non più da soli. Ti abbraccio, Alessia S.»
Giuseppe Gatì è uno dei tanti morti sul lavoro, morti banali.
Continua per lui qualcuno ancora a scrivere e riporta una sua lettera incompiuta del 25 maggio 2008: Lettera a Peppino Impastato - 25 maggio 2008.
E qualcuno lo ricorda ancora e invia un video: In memoria di Giuseppe Gatì, ragazzo libero. Me lo rammenta.
Alla fine le parole e la musica di De Andrè: La Canzone del Maggio.
Che volino alte, che il vento le accompagni e faccia coraggio a tutte e tutti noi, per rialzare la testa e capire cosa fare, come Giuseppe, siamo tutti coinvolti. In ricordo di un maggio, quello del ‘68, molti anni fa, per sempre vicini.
Doriana Goracci
1° maggio 2009
Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.
E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.
Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c’eravate.
E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le “verità” della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.
E se credente ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
Fabrizio De Andrè