Il Professor Tino Vittorio, associato presso la facoltà di Scienze Politiche di Catania, autore, tra l’altro de La mafia di carta. Mafie, mafiosi e mafiologie (Guaraldi, 1998), ha inviato alla segretaria di Radicali Italiani Antonella Casu e al Comitato nazionale di Radicali Italiani la seguente lettera.
Da Radio Radicale apprendo della presentazione del documento “La peste italiana”, risultato dell’originale forma politica di proposta radicale quale è diventato in questi anni il Satyagraha insegnatoci da Marco Pannella come lotta per la verità che si incarna nei corpi di quanti vi partecipano.
Già ad una prima rapida scorsa dell’indice vi ritrovo tutto il significato e la portata dell’analisi politica radicale, qui raccolta con un inedito (almeno a me pare) grado di sistematicità. Sono sempre stato vicino ai temi radicali, ma vederseli riuniti insieme, trovarli tutti contemporaneamente presenti mi da la vertigine di chi pur già sapendo di trovarsi sull’orlo di un precipizio, si trovi a scoprirlo molto più profondo di quanto non volesse credere proprio perché si accorge che già da tempo si è scivolati e già da tempo si sta precipitando.
Da storico che ha attraversato la storia dell’ultimo mezzo secolo italiano avverto particolarmente vicina l’affermazione che strage di legalità porta strage di vite e sofferenza dei corpi. Per sovrappiù in Italia spesso anche chi si erge a difensore della legalità e del diritto cade in quegli “errori”, che oramai non mi sento più di considerare in buona fede, che hanno portato la sinistra ad abbracciare un’ideologia giustizialista ed a difendere principi quali l’obbligatorietà dell’azione penale e l’unitarietà delle carriere che sono la causa dello sfascio in cui è stata consapevolmente mantenuta l’amministrazione della giustizia.
Altro aspetto tragico della situazione italiana è la frammentarietà e la confusione in cui versano le forze che dovrebbero opporsi al dominio del regime. L’aggregarsi disordinato di forze che mirano prevalentemente a coltivare identità già defunte a beneficio di sparuti gruppi di dirigenti “storici”. Mai come oggi mi è evidente la distanza che passa tra il rigoroso e pragmatico metodo radicale e le vecchie liturgie partitocratiche vizio di cui neanche la sinistra ‘alternativa’, pur nello storico minoritarismo, è esente.
Per questo ritengo oggi fondamentale che quanti ancora aspirino ad un progresso morale e sociale si stringano attorno alla sola forza che negli anni ha dimostrato di perseguire con coerenza le idee liberali, liberiste, libertarie e socialiste. L’unica forza che oggi appare capace di contrastare credibilmente la deriva clericale della società italiana. Considero dunque l’adesione al progetto radicale una pre-condizione essenziale per guarire dalla storica, endemica Peste italiana.
Dichiaro il mio sostegno alle liste Bonino – Pannella ed invito al voto tutti coloro che ritengano come me che la cancellazione dei radicali dal parlamento europeo rappresenterebbe una iattura per l’Italia e per l’Europa.
Colgo l’occasione per comunicare la mia iscrizione a Radicali Italiani.
Tino Vittorio
(da Notizie radicali, 29 aprile 2009)