Sono anni che la Rai impedisce ai contribuenti di disdire il canone-imposta Tv attraverso comportamenti illeciti e vessatori, ora denunciati anche dal Garante del Contribuente.
La legge prevede che l'utente possa fare disdetta attraverso una lettera raccomandata a/r (o il pagamento di 5,16 euro in caso di richiesta di suggellamento), indicando il numero di “abbonamento” e specificando il tipo di apparecchio di cui si è in possesso e a chi eventualmente lo si cede.
Eppure la Rai, violando la legge, richiede che il contribuente compili un ulteriore modulo, una dichiarazione di sorta senza la quale -a suo dire- la disdetta non sarebbe valida. Fra l'altro, nel modulo si deve autorizzare la Guardia di Finanza ad entrare in casa propria a svolgere controlli, un'autorizzazione del tutto inefficace e inutile che ha l'unico scopo di impaurire l'utente. Con questi artifici, la Rai dichiara inefficace la disdetta inviata precedentemente, perché incompleta, e pretende il canone anche per gli anni successivi.
Un comportamento così inaccettabile che persino il Garante del Contribuente della Regione Piemonte, competente per lo “Sportello Abbonamenti tv” dell'Agenzia delle Entrate, ha espresso frustrazione e rabbia in una lettera recente:
«Voi sapete perfettamente che la compilazione del modulo in questione non è prescritta da nessuna norma di legge... Ci sembra assolutamente inammissibile che Voi persistiate in questo comportamento di vessazione gratuita di contribuenti...
Riteniamo, e da tempo Ve lo abbiamo detto, che Voi poniate in essere continuamente dei veri e propri reati di abuso d'ufficio».
Di conseguenza invitiamo tutti i cittadini che subiscono questo comportamento a denunciarlo alla Procura della Repubblica di Torino per il reato di abuso d'ufficio.
Si potrà utilizzare l'apposito modulo predisposto dall'Aduc.
ADUC
Associazione Diritti Utenti e Consumatori