Tutti, tranne Marco Pannella. Tutti, tranne i Radicali. Tutti sono i ben accetti dentro e fuori il PD: da Casini a Di Pietro. Vanno tutti bene, ma non andate a proporre ai vertici dei Democratici di avere un rapporto politico con Radicali Italiani e con la galassia pannelliana dei liberali e libertari, cioè non andate a proporre alla nomenclatura del Pd un progetto serio di alternativa laica, liberale, socialista e riformatrice perché non è cosa. Non vi azzardate a parlare del progetto politico della Rosa nel Pugno e non vi permettete di puntare ad un partito democratico sul modello americano. Per carità! Certo, Obama è un riferimento ineludibile, secondo gran parte dei capi carismatici del Pd, l’importante è che resti un’icona d’Oltreoceano. Lontano. Perché di voltare pagina, qui in Italia, non se ne parla. Di cambiare metodi, sistemi, strategie non è possibile. Regnano incontrastati i veti sulle persone, continuano le pregiudiziali contro Pannella, prosegue la ghettizzazione dei Radicali. Ma sono davvero così forti da dover essere esclusi? Fanno davvero così paura?
Ritornano alla mente le parole scritte da Indro Montanelli circa vent’anni fa e che sembrano pensate per l’oggi: «Questa era la prima volta che Pannella aspirava da una poltrona, che fra l’altro non gli sarebbe andata affatto larga, perché, morto Altiero Spinelli, Pannella è probabilmente il parlamentare italiano che meglio conosce i meccanismi Comunitari. Non so se in quegli ambienti riscuota più successi o antipatie. Ma so che inosservato non passa mai. Anche perché quando affronta un problema, levarglielo di bocca è più difficile che levare l’osso dai denti di un mastino». Ma stavolta Marco non aspira ad alcuna poltrona, semmai rilancia un progetto politico ed apre all’idea di un movimento di Liberazione nazionale dall’attuale “monopartitismo imperfetto”. Pannella denuncia e descrive tecnicamente la storia di oltre cinquant’anni di regime partitocratico, i Radicali avvertono dell’ulteriore e precipitoso deformarsi della democrazia italiana, anzi: lavorano in questi giorni alla realizzazione di un Libro dove si mostrano i segni e gli episodi concreti dell’aggravarsi della non-democrazia italiana.
Insomma, secondo l’analisi dei Radicali, la violazione sistematica della legalità e della Costituzione hanno portato al formarsi di un Regime, ancora non definibile, ma il cui nome verrà dato dagli storici quando, in un domani forse prossimo, studieranno la storia di questi anni e si ritroveranno ad approfondire situazioni, scelte, imposture, malcostumi e degenerazioni. Qui non si tratta di dare un posto in lista a Marco Pannella. Qui si tratta di porre un argine alle ingiustizie, alle miserie, alle pregiudiziali, al razzismo, alla paura. Qui si tratta di far crollare un potere fine a se stesso che è incapace di qualsiasi riforma, né grande né piccola. Qui si tratta di avviare in tutto il Paese la rivoluzione liberale, laica, socialista, riformatrice e democratica di cui l’Italia ha estremo bisogno. Ma per far questo è necessario radunare ciò che è sparso e, quindi, spartire tra i cittadini ciò che è stato radunato.
Pier Paolo Segneri
(da Notizie radicali, 17 aprile 2009)