Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini nel dire che l'otto per mille deve andare alla Chiesa, semplifica il dibattito e traghetta il suo partito verso lidi esplicitamente clericali. Ma visto che è stato presidente della Camera e attualmente è parlamentare dello Stato italiano -ancora laico- potrebbe rileggersi la legge e vedrà che l'8 per mille può essere destinato non solo ad altre confessioni religiose, ma perfino allo Stato e scoprirà che la quota statale prevede come destinazione anche quella delle calamità naturali.
Ma purtroppo in Italia dobbiamo arrivare al paradosso di dare i soldi alla Chiesa Cattolica attraverso l'otto per mille per poi ringraziare il presidente della Cei che dopo aver pagato gli stipendi al clero ci restituisce qualche briciola per i terremotati.
Fare confusione tra 8 e 5 per mille e mettere tutto nello stesso calderone, come fa l'on. Casini, fa inoltre parte della tattica di mantenere inalterata la situazione.
I due meccanismi sono molto diversi, infatti con il 5 per mille solo chi sceglie una ong destina la sua quota, con l'8 per mille chi non sceglie (il 60 per cento) vede la sua quota ripartita in base alle preferenze espresse. È grazie a questo diabolico meccanismo che la Chiesa Cattolica (espressa solo dal 37 per cento dei contribuenti) si accaparra il 90 per cento del totale, pari ad un miliardo circa.
Una ragione in più perché il Governo risponda alle interrogazioni che ho depositato con i senatori Emma Bonino e Marco Perduca.
Donatella Poretti