Arriva dal presidente della Cei la lezione di stile a Tremonti: l'otto per mille ha tra le sue destinazioni le calamità e le emergenze nazionali, e per questo arriveranno fondi per l'Abruzzo. Ma, attenzione, non stiamo parlando della quota dello Stato dell'otto per mille, ma della quota della Chiesa Cattolica. Grande gesto di generosità da Santa romana Chiesa? Peccato che quei soldi siano sottratti annualmente dal bilancio dello Stato con un meccanismo diabolico.
Basti pensare che il 60% degli italiani non mette alcuna preferenza nella denuncia dei redditi, circa 37% scrive Chiesa Cattolica, che finisce con il prendersi così il 90% dell'ammontare complessivo. Un miliardo circa di euro.
Soldi che potrebbero essere facilmente utilizzati per la ricostruzione dell'Abruzzo, basterebbe che il Governo si prendesse tale impegno pubblicamente e chiedesse agli italiani di fargli fiducia nella denuncia dei redditi con una firma. Per questo con i senatori Emma Bonino e Marco Perduca abbiamo da subito presentato una interrogazioni parlamentare per sollecitare questa possibilità.
Invece il Governo è ancora alle prese con l'idea del cinque per mille. Ma otto per mille o cinque per mille per le casse statali non sono la stessa cosa. Nel primo caso sono soldi che comunque escono dal gettito fiscale, nel secondo solo se si esprime una preferenza. Se quindi si aggiungesse una onlus –a gestione statale? Con quali costi di gestione e a carico di chi?– sarebbe non solo in concorrenza con altre associazioni di volontariato, ma anche con le casse statali per la quota di chi non esprimeva fino ad oggi la preferenza e li lasciava al gettito fiscale.
Diverso è il funzionamento dell'otto per mille. Che i contribuenti scelgano la Chiesa, i valdesi o lo Stato, o peggio ancora non scelgano, l'ammontare complessivo dell'otto per mille –ridistribuito con il perverso e diabolico meccanico delle scelte non espresse– non rientra comunque nelle casse statali.
Se a questo si aggiunge che con recenti finanziarie sono stati sottratti 85 milioni alla quota statale, verrebbe da pensare che il meccanismo è solo una foglia di fico per nascondere il contributo diretto al Vaticano! Solo uno Stato laico è garanzia per i credenti e per la libertà di praticare e di esprimere una fede religiosa.
Donatella Poretti