Incredibile che dopo trent'anni dall'entrata in vigore della 194 le donne italiane, quelle che possono permetterselo, decidano di andare all'estero per abortire! Un segnale che occorre intervenire sulla legge e sulle modalità di interruzione di gravidanza? Confidiamo che la relazione al Parlamento sulla 194, che doveva essere consegnata già da un mese, chiarisca il fenomeno e fornisca anche delle risposte.
Secondo dati elaborati dall’Ufficio statistica e dall’Ufficio del medico cantonale, nel 2008 in Ticino (Svizzera) sono state effettuate 682 interruzioni volontarie di gravidanza registrando un incremento dell’11,25%. Nel 33% dei casi le donne provenivano dall’Italia, pari a 221, di cui 206 di nazionalità italiana. Nel 2003 erano state 78 le italiane ad abortire in Svizzera, mentre il dato generale registrato dalle relazioni annuali in Parlamento sulla legge 194 registra un continuo calo di ricorso all’aborto (-3,9%).
Tra le possibili spiegazioni, evidenziate da un articolo del quotidiano Corriere della sera (7 aprile 2009, pag. 27): possibilità dell’aborto farmacologico con la RU486 (utilizzata in 180 casi e soprattutto nella fascia di età dai 25 ai 29 anni); la riservatezza e la mancanza dei temi di attesa.
Per questo, con il sen. Marco Perduca, abbiamo interpellato il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali per sapere:
- se il ministro è a conoscenza del fenomeno, se lo stesso sia stato registrato nella relazione al Parlamento della 194 sui dati del 2008 (che doveva essere consegnata alla fine di febbraio) e quale valutazione e spiegazione offre;
- se tra le misure per ridurre il fenomeno ritiene utile promuovere:
* l’immediata immissione in commercio della Ru486, visto che a seguito della procedura di mutuo riconoscimento, la pratica è ferma all’Aifa solo per la definizione del prezzo;
* la possibilità che in regime di intramoenia si possa agevolare l’intervento anche in cliniche private autorizzate e convenzionate;
* una distribuzione del personale non obiettore per potenziare il servizio ed evitare i lunghi tempi di attesa.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione