Questo mese ho avuto una sorta di cedimento. Nel senso che, dopo aver letto la risposta di Luisa Pianzola, avrei voluto sparare un altro colpo, un'altra domanda. Ma ho resistito, anche se è stata dura...
– Come mai hai pubblicato, sino ad oggi, solo tre libri?
La prima raccolta è uscita nel 1992 per volontà di un editore che mi stava pubblicando un libro di architettura. La seconda, nel 2003, ha visto la luce dopo un periodo piuttosto lungo nel quale ho avuto altre priorità (vivere, lavorare, combattere qualche crisi depressiva). Tra il terzo libro (2006) e quello che uscirà a inizio 2010, altra pausa di riflessione, questa volta non determinata da me, ma dal fatto che Milo de Angelis, che curerà la pubblicazione, mi ha messo in una lista d’attesa diciamo non brevissima (il libro, in una prima versione, era già pronto nel 2007). Devo aggiungere che quest’attesa forzata, se sulle prime mi ha indispettito, alla lunga si è rivelata salutare, creando una sorta di limbo nel quale, oltre a continuare a scrivere, ho approfondito, con letture e altro, alcuni temi che mi stanno particolarmente a cuore. Mi accorgo anche che sto prendendo qualche distanza dalla dimensione più mondana del fare poesia, soprattutto dalle derive alla lunga deprimenti di un certo “teatrino” poe-mediatico…
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Darsi in pasto è la cosa migliore. Lasciarsi percorrere
da insetti (che il loro pasto non può essere il nostro) o dalla
retromarcia di un mezzo blindato. Difficile restare immobili,
ma poi il sollievo è grande.
Oppure: farsi squadernare dal centro verso i lati, aprire
proprio nel petto fibroso, che non esca sangue, però.
Che parli una lingua di prime parole, di prime smorfie dopo
il sonno dell’anestesia. Meglio farlo qui. Altri posti non ne
conosco. Non lontano da questo quartiere.
(da Salva la notte, in corso di pubblicazione)
Luisa Pianzola (Tortona 1960), giornalista pubblicista, copywriter. Talento precoce per disegno e pittura, dopo studi classici e di architettura si laurea in storia dell’arte contemporanea a Genova e si diploma in visual design a Milano. Pubblica due saggi sull’architetto Alberto Sartoris. Libri di poesia: Sul Caramba (Sapiens, Milano 1992), Corpo di G. (LietoColle, Faloppio 2003, prefazione di Maurizio Cucchi), La scena era questa (LietoColle 2006, prefazione di Gianni Turchetta). Cocuratrice, per LietoColle, dell’edizione 2006 de Il Segreto delle Fragole e coautrice del video poetico Bíos (2007), suoi testi sono apparsi in riviste, siti online e antologie (tra le quali Leggére variazioni di rotta, Le voci della luna, Sasso Marconi 2008). In via di pubblicazione, nella collana diretta da Milo De Angelis per La Vita Felice, il suo quarto libro. Di lei Mario Santagostini ha scritto: (…) I suoi poemetti in prosa o versi liberi sono attraversati da inquietudini sottilissime, invadenti. Proprio per questo, sono sempre sovraccaricati da un’atmosfera greve, plumbea. Il dolore non viene mai espresso, nominato o dichiarato con enfasi: è sempre imminente, in arrivo e non ancora arrivato, certo nascosto nelle pieghe di gesti, eventi, parole, paesaggi. E dunque è un dolore inevitabile, lacerante e totale. (Motivazione premio presidente della giuria, Corciano 2008).
s.