Vi ricordate di Fabio?
Era partito dalla Valtellina, lasciando tutti gli affetti e un impiego a tempo determinato, lo scorso anno e, precisamente il 31 gennaio 2008, aveva preso il volo che dalla Malpensa l'avrebbe portato a Perth, nel Western Australia, per un periodo di studio-lavoro. Ebbene, dopo poco più di un anno è rientrato alla base, con un ricco bagaglio di vissuti. Ritenendo la sua esperienza interessante ho pensato subito di raccogliere la sua preziosa testimonianza per “Sì, viaggiare”.
Come avevo già espresso in occasione della precedente intervista, nutro grande rispetto per la scelta di Fabio, indipendentemente dai risultati che ha ottenuto e dalle prospettive che questo percorso all'estero potrebbe aprirgli per un futuro lavoro. Fabio infatti non è andato in vacanza, ma è partito per un lungo viaggio, praticamente è andato dall'altra parte del mondo, senza alcuna certezza e alcun aggancio sicuro, contando solo sulle sue forze. Sono molte le situazioni che possono spingere una persona a partire per cercare un avvenire migliore, ma per far questo comunque ci vuole una buona dose di coraggio. Così lontano da casa può capitare di tutto! Dal racconto di Fabio si comprende quanto arricchente sia stato questo anno, anche se denso di sacrifici e di incertezze, ma lui ha tenuto duro, non si è lasciato andare e ce l'ha fatta. Non si è arreso alla prima difficoltà ma a denti stretti è andato avanti fino a concludere quanto aveva in programma. Non si è lasciato scoraggiare dalla problematiche relative alla lingua o della convivenza multietnica e neanche dalla fatica che comportavano i vari lavori che ha dovuto intraprendere per pagarsi gli studi. Infatti Fabio è andato in Australia per approfondire la lingua inglese, ma con una laurea già in mano. In una situazione globale di profonda crisi trovare lavoro e pensare di farsi una posizione è oggigiorno estremamente difficile, anche all'estero. Purtroppo non esistono in questo momento posti dove “far fortuna”, come è accaduto ad altri delle passate generazioni che hanno deciso di mettere radici in un Paese straniero. Ascoltiamo quanto Fabio ha voluto raccontarci, con l'augurio sincero che possa al più presto trovare la sua strada.
– Quanto tempo sei rimasto in Australia?
Un anno o quasi. Guardando i timbri sul passaporto dal 1° febbraio 2008 al 28 gennaio 2009.
– Quali sono stati i tuoi principali spostamenti?
Essenzialmente sono stato sedentario. Certo, prima che partissi immaginavo un viaggio itinerante, ma nella realtà diventa impossibile coniugare spostamenti, lavoro, studio. Ovvio che, se non avessi avuto... bilanci da far quadrare, me la sarei girata sempre. Conti alla mano, sono rimasto ben 11 mesi nella serenissima Perth, per poi approfittare dell'ultimo mese per visitare Melbourne e la Tasmania. Una terra quest'ultima veramente selvaggia, e ricchissima per varietà di paesaggi: per darti un'idea si passa da aride zone di montagna a verdeggianti laghetti di campagna nel tempo di un pisolo...
– Come ti organizzavi per l'alloggio?
Sono partito da Milano con un pacchetto di scuola-famiglia per 3 settimane, che poi sono diventate 6. E punto Stop: causa 40 giorni consecutivi di riso bianco bollito! Ne è seguita una lunga permanenza in una share-house, vale a dire un appartamento condiviso con ragazzi e ragazze di varia nazionalità. Un posto divertente insomma, dove in 70 mq ci trovavi cinesi di Cina, cinesi di Taiwan, koreani, brasiliani ed europei.
– Frequentavi una scuola e poi lavoravi? Quali tipi di lavori hai svolto?
Certamente sì, come dicevo l'Australia è stata per me un'avventura in continuo divenire. Sono arrivato in febbraio con poche certezze, poi ho trovato lavoro in un Mc Donalds e in un ristorante australiano, il Fast Eddy's. Ed è proprio là che ho iniziato a scontrarmi con la dura realtà del non capire e soprattutto dal non essere capito dagli australiani. Ho fatto questa vita tra scuola, Mc Donalds e Fast Eddy's per 3 mesi, poi sfinito e squattrinato ho abbandonato gli studi per lavorare a tempo pieno come commesso in uno shopdi pizza e paste gestito da un italiano, un brav'uomo. Poi appena ho racimolato i soldi necessari, mi sono nuovamente iscritto ad un corso d'inglese, pur continuando a lavorare, ma part-time.
– Hai fatto qualche amicizia interessante? Racconta.
Guarda Paola, ne ho fatte tante: due su tutte. La prima è Peter, un carpentiere svizzero di 40 anni e rimasto vedevo da poco che per ritrovare se stesso se ne è andato in Australia per 3 mesi, da solo. Non sarebbe nulla di strano, senonché lui continuasse a portare la fede al dito e ovviamente tutti quelli che incontrava gli chiedevano se fosse sposato e allora lui si metteva a raccontare che la moglie soffriva di cuore e che purtroppo era morta... Un caro ragazzo, Peter, e se vuoi un uomo fuori dal tempo. Per secondo il mio caro amico e coinquilino Peng di Pechino, uno che ha riassunto l'etica di quasi 2 milioni di cinesi sparpagliati nel mondo con la massima “love is nothing in front of money” (“l'amore è nulla confrontato con i soldi”).
– Che tipo di atteggiamento hanno gli australiani nei confronto degli stranieri?
Fantastico, perché l'Australia è di tutti! In Australia, infatti non esiste persona che non abbia genitori o nonni immigrati, ne deriva che ognuno parla il suo inglese e nessuno ti guarda dall'alto in basso se hai difficoltà a farti capire. Inoltre sono spesso allenati a decifrare gli accenti più comuni.
– Hai attraversato dei momenti difficili? Ti è capitata qualche disavventura?
Disavventure forti no. Oddio, all'inizio con pochi soldi in tasca e nessuna certezza, facevo fatica a chiudere occhio la notte, ma l'avevo messo in conto...
– Cosa ti è rimasto impresso dell'Australia?
Il profumo dell'aria, lo strano gracchiare delle gazze e una t-shirtcon su scritto “life is hard, even harder if you are stupid”.
– È un'avventura che consiglieresti?
Lo consiglio a chi se lo sente sotto la pelle.
– Sicuramente un'esperienza del genere ti ha cambiato, almeno in parte. Quali sono le cose positive che ti ha lasciato e quelle che invece ritieni negative?
Ma forse è un po' presto per dirlo, me ne renderò conto dalle scelte che farò in questo 2009, che sembra già molto spinoso. Di certo, c'è che ero sempre stato attratto da ragazze con forte personalità, ora non più. E consideriamolo come un bene.
– Ora che sei rientrato pensi di restare in Italia o pensi di fare un'altra esperienza all'estero?
Tasto dolente: l'Italia è un paese bellissimo però non è per i giovani. L'Australia è piena di opportunità ed è se vuoi come il vecchio West, dove c'era un po' di ricchezza per tutti... E poi città come Perth sono curatissime, pulite, ordinate, parchi e spiagge che danno una nostalgia infinita e quando sali sul bus paghi il biglietto direttamente all'autista...
Paola Mara De Maestri