Carmelina Chiara Canta, Marinella Pepe (cura)
Abitare il dialogo
Società e culture dell’amicizia nel Mediterraneo
Franco Angeli, Milano 2008, pagg. 224, € 22,00
Il dialogo non è solamente una ‘vocazione’ interna alle singole comunità di fede, ma è un passaggio obbligato per la società nel suo complesso che, abitata da un crescente pluralismo, si trova ad attraversare un frangente epocale caratterizzato dalla frammentazione e dalla perdita del legame sociale. L’esperienza del dialogo tra le Chiese, perciò, si trasforma in risorsa, divenendo una tangibile modalità relazionale, annunciando la possibilità di creare ponti e nessi fra culture e universi simbolici distinti. Chiese e comunità dialoganti danno corpo ad un ‘reciproco conoscersi’ nel momento in cui si pongono in ascolto del nucleo originario delle rispettive tradizioni di fede, le quali, al di là delle forme di inculturazione subite, hanno tutte una profonda natura dialogica. Per le religioni del Libro, poi, si tratta di un ‘ri-conoscersi’ quali figlie di un’uguale promessa, custodi del medesimo progetto di Dio sull’uomo: esiste, infatti, una dimensione meta-storica del dialogo, la quale risulta inscritta nel più ampio progetto della Rivelazione e che, stando alle parole di Giorgio La Pira, è rintracciabile nel «sogno unitivo di Abramo».
Il volume – che è il risultato del ciclo di Seminari internazionali “Dialoghi religiosi e culturali nel Mediterraneo”, promossi dal Laboratorio sul “Pluralismo culturale” (PLUC) e realizzati presso l’Università di Roma Tre – mette a tema proprio questi argomenti. Il testo ha il merito di presentare la riflessione sul dialogo interculturale e interreligioso con un approccio corale, teso a valorizzare la pluralità di orizzonti culturali e di fede che caratterizzano il bacino mediterraneo e sempre più – in seguito ai processi migratori – anche il contesto italiano. Risposta a quanti vanno profetizzando imminenti ‘scontri di civiltà’, l’esperienza del dialogo interculturale ed interreligioso, in controtendenza, si prospetta come la strada privilegiata per governare il pluralismo che ormai caratterizza la società europea. In tal senso il Mediterraneo, da sempre laboratorio di fecondi e complessi intrecci culturali, è – per eredità storica e per collocazione geografica – la naturale cornice dell'incontro fra esperienze religiose diverse.
Il testo ha il pregio di dare voce alla possibilità concreta di incontro, esperienza dialogica che si rivela nel dare ospitalità al saper tessere insieme vissuti e visioni del mondo diverse. I saggi riportati privilegiano, come soggetti del dialogo, studiosi di rilevanza internazionale cristiani, ebrei e musulmani. Una particolare attenzione è dedicata al mondo islamico, a causa dell’incidenza crescente che ha l’Islam nel panorama religioso italiano ed europeo.
Il dialogo interreligioso, che nel testo emerge in tutta la sua complessità, obbliga a ripensare politiche culturali ed educative che tengano conto dei cambiamenti in atto nella società europea, raccogliendo altresì l’eredità dello scenario mediterraneo. Da tale prospettiva nasce la necessità di far dialogare saperi diversi, ma soprattutto si fa viva l’urgenza di mettere in relazione il piano della riflessione teorica con quello del racconto esperienziale, dando così piena voce alla fatica e alla bellezza dell’incontro con l’altro. L’Università si presenta come luogo di sperimentazione di una prassi dialogica, autentica sfida per le nuove generazioni.
In appendice al volume sono proposti due documenti significativi, espressione della riflessione di gruppi di intellettuali, che, in maniera diversa, costituiscono contributi importanti al dibattito in corso nel Paese: il documento “Scuola pubblica e cultura religiosa in una società democratica e multiculturale”, elaborato dal Gruppo di Vallombrosa, e il documento della Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista”, “Per un discernimento cristiano dell’Islam”.
Marinella Pepe
(da Newsletter Ecumenici, 1° aprile 2009)