A quattro mesi di distanza il presidente del Consiglio, su proposta del ministro per i Beni Culturali, deve ancora emanare il decreto attuativo della pornotax. Certo non deve essere facile per nessuno dei due individuare quale sia il materiale pornografico da tassare e quale da sovratassare (più 25%). La differenza sta laddove «siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti» in giornali quotidiani o periodici, con i relativi supporti integrativi, e in ogni opera teatrale, letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico.
Immaginiamo la fatica di discernere un libro in cui l'atto sessuale non sia simulato, come pure immedesimarsi negli attori di alcuni film per comprendere se l'orgasmo fosse stato simulato o meno.
Dispiace invece registrare che una misura bacchettona e idiota venga presa a spunto per marchiare come deviati, malati e degenerati gli utenti di questo materiale.1 Temo che trasformare il consumo di pornografia in patologia di un vizio su cui un Governo speculi sopra con la pornotax non aiuti a comprendere che il rischio peggiore è quello di mettere un mercato così delicato nell’illegalità più di quanto già non lo sia, perché quello legale non avrebbe alcun profitto con tasse del genere. Oramai il peccato degenera ogni giorno che passa in reato e deve essere punito moralmente e fiscalmente.
Il decreto doveva essere fatto il 30 marzo, ma come si sa i termini per lo Stato non sono mai perentori, ma meramente ordinatori. Il decreto anticrisi (185 del 2008) prevedeva che 60 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il ministro per i Beni Culturali dovesse stabilire i criteri applicativi della tassa. I 60 giorni scadevano il 29 gennaio 2009, il giorno stesso in cui veniva pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 2/2009 che convertiva in legge il decreto e quindi spostava di altri 60 giorni il termine entro il quale il Governo emanasse il decreto attuativo.
Oltre 4 mesi e ancora la tassa sul peccato, sul vizio e sulle deviazioni degli italiani non è stata ancora formalizzata. Fumo di paglia?
Donatella Poretti
1 Quotidiano La Repubblica del 31/03/2009, editoriale di Francesco Merlo.