Fino al 5 aprile l’Eliseo di Roma ha in scena Amleto nella traduzione di Alessandro Serpieri per la regia di Pietro Carriglio (foto), che firma anche scene e costumi. I più che bravo protagonisti dello spettacolo – prodotto dallo Stabile di Palermo in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania – sono Luca Lazzareschi (Amleto), Galatea Ranzi (la regina Gertrude), Luciano Roman (il re Claudio), Nello Mascia (Polonio) e Franco Barbero, Lorenzo Bartoli, Sergio Basile, Domenico Bravo, Eva Drammis, Aurora Falcone, Maurilio Giaffreda, Marco Lorenzi, Luigi Mezzanotte, Paolo Musio, Francesco Prestigiacomo, Jennifer Schittino, Simone Toni, Oreste Valente. Le musiche sono di Matteo D’Amico, le luci di Gigi Saccomandi.
Fin dall’inizio della sua attività registica Pietro Carriglio ha dedicato un’attenzione particolare al teatro di Shakespeare. E non solo per la sua grandezza letteraria e drammaturgica, ma anche perché costituisce la più complessa espressione di un’epoca di grandi stravolgimenti – per certi versi paragonabile alla nostra – dove si assiste al crollo di valori e certezze, dopo il trionfo del Rinascimento. Amleto, in particolare, è il simbolo della crisi dell’uomo moderno di fronte al destino e alle proprie responsabilità, ma è anche una esemplare metafora del teatro come visione del mondo.
Dopo un primo studio, presentato al festival delle Orestiadi di Gibellina nell’estate del 2006, il Teatro Biondo Stabile di Palermo propone la versione definitiva del capolavoro di Shakespeare, nella traduzione di Alessandro Serpieri, con la regia, le scene e i costumi di Pietro Carriglio, le musiche originali di Matteo D’Amico, le luci di Gigi Saccomandi.
«Con una magnifica compagnia di attori» precisa Serpieri «Carriglio offre una lettura teatrale molto ampia, limpidamente fedele al testo e allo stesso tempo ricca di invenzioni funzionalizzate alla esplorazione di quel ‘mistero’ che Amleto rinserra nelle sue molteplici quinte».
Su Amleto che dire più di quanto milioni di articoli, versioni, edizioni e riedizioni non abbiano già detto: il giovane principe viene a sapere dal fantasma di suo padre che questi non è morto naturalmente, ma ammazzato da Claudio, colui che ora gli usurpa regno e moglie. Amleto fa finta di impazzire, dopo di che compie (non senza esitazioni e difficoltà psicologiche) una strage.
Muoiono tutti, compreso Polonio, intrigante cortigiano, e suo figlio Laerte, che nella scena finale sfida il principe di Danimarca a duello, proprio per l'uccisione del padre e per una implicita responsabilità nella morte della sorella Ofelia, innamorata del principe. E anche due ex amici di Amleto chiamati da re e regina ad aiutarlo a rinsavire: muoiono ammazzati pure loro. Scampa Orazio, l'amico fraterno. Ma per puro caso, verrebbe da dire, solo per comodità drammaturgica.
Non c'è nella storia della letteratura mondiale un personaggio così centrale, così ricco di sfumature, così complesso e sfuggente come Amleto. Alla corte di Danimarca il dubbio e l'ambiguità prevalgono. C'è incertezza tra essere e apparire, pensiero e azione. Il giovane principe sembra determinato a compiere la sua vendetta ma continuamente procrastina l'azione; l'esitazione sembra essere la sua malattia.
Anche se è basato su una struttura convenzionale, l’opera apre la via ad un moderno concetto di teatro. Muove il fulcro dell'attenzione da una vendetta privata verso un'indagine sulle basi dell'umana esistenza e sulla validità delle azioni umane. Mette sotto scrutinio un gran numero di argomenti (la legittimazione del potere, l'incesto), idee (morte, suicidio, esistenza di un mondo soprannaturale), valori (castità, onore, lealtà, amicizia), mancanza di valori (incostanza, ipocrisia, tradimento), relazioni (vincoli familiari), emozioni (amore, gelosia, odio), forme sociali (potere sovrano, gerarchia).
Teatro: Eliseo
Città: Roma
Titolo: Amleto
Autore: William Shakespeare
Traduzione: Alessandro Serpieri
Regia, scene e costumi: Pietro Carriglio
Musiche: Matteo D’Amico
Luci: Gigi Saccomandi
Personaggi e interpreti (in ordine di entrata)
Gertrude, Regina di Danimarca – Galatea Ranzi
Claudio, re di Danimarca – Luciano Roman
Cortigiano – Oreste Valente
Ancelle – Anna Banfi, Aurora Falcone, Jennifer Schittino
Bernardo – Sergio Basile
Francisco – Franco Barbero
Orazio – Paolo Musio
Marcello – Domenico Bravo
Laerte – Simone Toni
Polonio – Nello Mascia
Amleto, principe di Danimarca – Luca Lazzareschi
Ofelia – Eva Drammis
Spettro del re Amleto – Sergio Basile
Rosencrantz – Marco Lorenzi
Guildenstern – Maurilio Giaffreda
Valtemand, ambasciatore – Lorenzo Bartoli
Compagnia dei comici – Sergio Basile (Primo attore, attore re) / Jennifer Schittino (Attrice regina) / Franco Barbero (Prologo) / Lorenzo Batoli (Luciano) / Francesco Prestigiacomo (Musico) / Anna Banfi / Domenico Bravo / Oreste Valente / Federico Zanghì
Primo becchino – Sergio Basile
Secondo becchino – Franco Barbero
Prete – Lorenzo Batoli
Osric – Oreste Valente
Fortebraccio – Luigi Mezzanotte
Produzione: Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Teatro Stabile di Catania
Durata: 220 minuti
Lucio De Angelis
(da Notizie radicali, 27 marzo 2009)