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Yoani Sánchez. Adesso chi firma le lettere?
28 Marzo 2009
 

Dal blog Generación Y

28 marzo 2009

 

 

¿Quién firma ahora

las cartas?

Comprar un auto es una de esas aventuras a lo Indiana Jones, que lo mismo puede terminar con un infarto al miocardio o en una larga espera de diez años. Durante mucho tiempo sólo fue posible obtener un carro a partir de la distribución basada en la meritocracia. Un trabajador destacado, con miles de horas voluntarias y una misión como soldado en Angola o Etiopía, podía sentirse afortunado si le permitían adquirir un Moskovich o un Lada. Los profesionales de más alto rango se disputaban, en las universidades y los centros de estudio, las reducidas asignaciones de automóviles. Mientras, los funcionarios gubernamentales podían aspirar a modelos más modernos, que eran reparados en talleres del propio Estado.

Cuando colapsó la tubería que conducía el subsidio desde el Kremlin hasta aquí, terminó la distribución por méritos de electrodomésticos y carros. Comenzó a funcionar –otra vez– el dinero como moneda de cambio para hacerse con un vehículo. No obstante, se mantuvo un filtro selectivo para obtener el derecho a comprar los recién llegados Citröen, Peugeot o Mitsubishi. Los viejos autos adquiridos antes de 1959 sí pueden ser vendidos, pero está prohibido traspasar a otro dueño los obtenidos por cualidades laborales e ideológicas. Las regulaciones terminaron por reconocer que lo alcanzado en aquellos años del “socialismo real” era sólo una propiedad a medias, intransferible y fácilmente confiscable.

Hasta el día de hoy, aunque algunas tiendas muestran en exhibición modernos todo-terrenos y climatizados minibuses, ningún cubano puede dirigirse a ellas y comprar –sin más requisito que el dinero– un auto. Hay que recibir antes una carta de autorización, a la que se llega después de años de papeleo. El proceso incluye una exhaustiva supervisión del origen de los fondos y la comprobación de la “limpieza” ideológica del comprador. Por casi una década, la firma de ese salvoconducto la hacía Carlos Lage, vicepresidente del Consejo de Ministros, defenestrado hace unas semanas. De manera que en medio del estupor por su sustitución, algunos se preguntan ¿Quién firmará ahora las cartas para obtener el añorado auto?

 

Yoani Sánchez

 

 

Adesso chi firma le lettere?

Comprare un’auto è un’avventura da Indiana Jones, che può terminare sia con un infarto al miocardio che con una lunga attesa di dieci anni. Per molto tempo è stato possibile ottenere un auto solo tramite la distribuzione basata su criteri di merito. Un lavoratore distaccato, con migliaia di ore volontarie e una missione come soldato in Angola o Etiopia, avrebbe potuto dirsi fortunato se gli avessero permesso di acquistare un vecchio modello sovietico come una Moskovich o una Lada. I professionisti di più alto livello si contendevano, nelle università e nei centri di studio, le ridotte assegnazioni di automobili. Al tempo stesso, i funzionari governativi potevano aspirare a modelli più moderni che venivano riparati nelle officine del proprio Stato.

Quando è andato in tilt il canale che portava a Cuba il sussidio del Cremlino, è terminata la distribuzione degli elettrodomestici e delle auto secondo i meriti. Siamo tornati di nuovo al denaro come moneta di scambio per possedere un veicolo. Nonostante tutto è stato mantenuto un filtro selettivo per ottenere il diritto a comprare modelli recenti come Citröen, Peugeot o Mitsubishi. Le vecchie auto acquistate prima del 1959 possono essere vendute, ma è proibito trasferire a un altro proprietario le cose ottenute per meriti lavorativi e ideologici. Le regolamentazioni hanno finito per riconoscere che le cose guadagnate durante gli anni del “socialismo reale” erano soltanto una mezza proprietà, intrasferibile e facilmente confiscabile.

Fino a oggi, anche se alcuni negozi espongono moderni fuoristrada e minibus climatizzati, nessun cubano che possieda denaro sufficiente può entrare e comprare un auto. Prima occorre ricevere una lettera di autorizzazione, che si ottiene dopo anni di pratiche. Il procedimento prevede un’indagine accurata sull’origine dei fondi e la verifica della “purezza” ideologica dell’acquirente. Per quasi dieci anni, la firma su questo salvacondotto è stato un compito di Carlos Lage, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, esautorato da alcune settimane. Siamo ancora stupiti per la sua sostituzione e c’è chi si chiede: Adesso chi firmerà le lettere per ottenere la sospirata automobile?

 

Traduzione di Gordiano Lupi


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