Oggi, a Torino, è di scena la giornata in memoria delle vittime di tutte le mafie.
Saranno settecento le bandiere che sventoleranno nei cortei previsti, ognuna a portare il nome di una vittima della mafia.
Ad accompagnarle, le parole del procuratore generale Giancarlo Caselli: «Li hanno uccisi perché non siamo stati abbastanza vivi». Dura frase da dire, dura da sentirsi dire. Ma vera nel richiamare l'attenzione di noi tutti ad una presa di coscienza, ad un riconoscimento di corresponsabilità. A ognuno la scelta di far assumere a questa corresponsabilità una caratteristica positiva: quella dell'impegno sul terreno della legalità e della giustizia, quella di organizzarsi affinché si affermino i diritti di una società civile e libera. La Giornata del 21 marzo come pungolo quotidiano del lavoro di istituzioni e di coscienze.
Alle manifestazioni previste oggi, cortei - conferenze - incontri con studenti e con Don Luigi Ciotti, presidente di Libera* - parteciperanno i familiari di molte vittime (Fortugno, Antiochia, Borsellino, Chinnici, Siani...) perché da ferite non risanabili possa comunque scaturire il seme di una nuova sensibilità fatta di civile partecipazione.
Per Torino è l'occasione della memoria di tanti suoi caduti nella lotta contro la mafia: il procuratore Bruno Caccia, Mauro Rostagno, l'agente Montaldo, Carlo Alberto Dalla Chiesa.
L'organizzazione della Giornata a Torino è di Libera, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Torino, della Regione Piemonte, del Parlamento Europeo, della Direzione regionale Miur, della Consulta provinciale Studenti.
Annagloria Del Piano
* Libera nasce il 25 marzo del 1995 con l'intento di sollecitare l'impegno della società civile contro tutte le mafie, coordinando le tante realtà delle associazioni aderenti, operanti con questi fini. Tra le attività di Libera: il sostegno a realtà dove è più presente la penetrazione mafiosa con progetti tesi a realizzare percorsi di legalità e ad incentivare le risorse; la formazione e l'aggiornamento sulle mutazioni del fenomeno mafioso al fine di conoscerne i meccanismi e prevenirli; l'educazione alla legalità nelle scuole e fra i giovani; la riutilizzazione a fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi. Libera è presente su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali e i coordinamenti provinciali.