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L'immagine con parola dipinta per Dante e Rimbaud di Caroline Gallois.
Caroline Gallois: Sang Craché
Caroline Gallois: Sang Craché 
25 Marzo 2009
 

Riflette nella pittura -in particolare nell'incisione che le è cara- tutta la sua giovane ma già movimentatissima vita con i continui mutamenti di luoghi e di civiltà che ne hanno caratterizzato le peregrinazioni; con la sete mai soddisfatta di conoscere e di sapere. E vi ritrova via vià gli aspetti del suo dinamismo comportamentale identificandoli nella sperimentazione perenne di tecniche nuove, spesso “viste” soltanto nelle fantasticherie che le riempiono i pensieri, e persino i sogni, di girovaga allucinata in cerca di se stessa. In questi abbinamenti di grande suggestione dunque si sviluppano gli itinerari altrettanto fantastici dell'arte sua. Dico di Caroline Gallois che a mio avviso riversa sulla tela, nelle lastre del bulino e dell'acquaforte le situazioni che hanno reso magari avvincenti   ma senza dubbio tumultuose le sovrapposizioni di esperienze di cui sono appunto cariche le vicende della sua esistenza. E riesce a tradurre comunque quegli impatti in immagini poetiche filtrate attraverso una finissima sensibilità rimasta evidentemente legata alle doti creative espresse a volte in circostanze difficili.

 

Nata a Saigon da genitori francesi, Caroline affronta in Francia gli studi e i motivi di base della propria cultura e ne cerca i riscontri viaggiando in Asia e poi nel Messico.   E   qui prende ad accompagnare i propri passi con la pittura e l'incisione rovistando nel vasto ma non ordinato bagaglio   delle proprie emozioni che sono tante. E si trasferisce poi dal sole e dalle lente riflessioni che ne hanno stimolato per sette anni in terra messicana gli approfondimenti dello studio dell'arte, in tutt'altra dimensione come sarà certamente stata la vita dinamica di New York vissuta e affrontata   per un intero decennio con la medesima stupenda vocazione per il nuovo.

Senza tradire tuttavia le tracce profonde del passato. Da qualche anno appena eccola a Firenze, rimasta avvinta al vissuto rinascimentale glorioso e misurato della città anche se questa mostra scarso consenso alle sollecitazioni delle mode, dei cambiamenti; anche di quelli resi necessari dalla caotica evoluzione dei costumi. Caroline vi ha trovato tuttavia il clima propizio non per riordinare le tantissime idee che le rispuntano di continuo dalla memoria come se lottassero perennemente contro la coercizione esercitata da quel fantastico contenitore ma perché in questo luogo toscano ha trovato nuovo incanto e antica poesia e, come naturale avventura intrapresa risalendo lungo le atmosfere   che ne hanno accompagnato i versi espressi fra i primissimi in volgare, il poetare splendido di Dante. L' Arno e la Divina Commedia pertanto sono i capitoli di quest'altra storia che Caroline ha inserita non per studiate progettazioni ma per accoglimento istintivo di quelle   sollecitazioni dello spirito, nella   sua sperimentazione grafica. Infinita. E ci ha portato dentro dapprima gli echi dell'amore per i versi e il personaggio di Baudelaire , le grandi intuizioni attraverso le quali si è sviluppata la gigantesca personalità del poeta francese, i suoi frammenti, le sue sovrastrutture mentali , l'infatuazione dello stesso Baudelaire per l'Oriente, i modi di vita e soprattutto la concezione della bellezza e del vivere codificata nella memoria di lei attraverso le letture di Les fleurs du mal…. E poì , sovrapponendo ogni cosa, anche il ricordo dei colori conosciuti nel soggiorno messicano e avvertititi nel profondo: Fino a registrarne, sia pure velocemente, le seduzioni della civiltà incarica.

Tutto questo, magari con un certo disordine cronologico del resto non influente nel complesso operativo di Caroline che di volta in volta riesce a sollecitare il recupero frammentato di una situazione vissuta e a inserirne una briciola significante nel nuovo progetto grafico. Ne viene fuori via via una storia composta di singoli capitoli apparentemente autonomi ma in effetti collegati fra loro da un filo sottilissimo che l'artista dipana dal tessuto letterario della propria cultura. E questa è sullo sfondo di tutte le imprese delle pittrice, grafiche e pittoriche, si che resta difficile separarne i livelli di validità per una catalogazione che sarebbe tuttavia pretestuosa.

Le tecniche hanno acquisito col tempo un'importanza fondamentale nell'opera grafica di Caroline Gallois in quanto reinventate ogni volta per conseguire effetti irripetibili, per esprimere unicamente quella data emozione che difficilmente dovrà essere duplicata nelle successive esperienze. Ed è anche logico che cosi debba essere quando l'emotività ha carattere sempre rinascente e si sprigiona dalla coscienza dell'artista in modo tumultuoso e ha bisogno di sfumature non clonabili per rappresentarsi visivamente. A Firenze dunque, Caroline ha coltivato fino ad ora particolarmente due grandi amori letterari: l'Arno e Dante. Riproposti graficamente con molti inserimenti tecnici   di nuovo conio che hanno vieppiù approfondito il rapporto con la città e con la sua cultura, avrebbero relegato in un angolo la pittura. Ma è solo apparenza poiché l'artista, proprio quando nell'incisione di essere arrivata al limite della trasgressione tecnica, ne riconquista i termini meno avventurosi con certe abrasioni del colore e, nelle stesure di questo ricorre ad ampie rastremazioni come farebbe col pennello o con la spatola.   Per cui ne risulta un esercizio combinato nel quale è presente validamente la pittura; per non dire della definizione totale dell'immagine quando la completa addirittura sulla stampa con l'intervento dell'acquarello invocato a dare vita e forza al colore.

Nella Commedia dantesca l'avventura di Caroline è dominata dalla partecipazione sensibile al verso, quindi alla poetica che cerca di far sua abbandonandosi al ritmo che è scandito dalle immagini letterarie: e che lei afferra e interpreta con ardite sovrapposizioni di scritti. E di figure armoniosamente disegnate. Sono convinto che quest'arte, con cui appunto la Gallois descrive a poco a poco l'immagine della propria esistenza, è destinata a giovarsi di altre scoperte non comuni che ne arricchiranno il già complesso itinerario tecnico. Saranno esse a mantenere il contatto, importante, che l'indomabile Caroline conserverà con la propria immagine intima, sempre fisiognomicamente indagata prima di riversarla sullo specchio della vita. Vale a dire nelle incisioni e nei dipinti.

 

                                                                                          Tommaso Paloscia, Firenze, giugno 2002

 

                                                         ***

  

BIGLIETTO SULLA MIA TECNICA ARTIGIANA

  

Caro Claudio... ti informo che, In generale, La tecnica da me sperimentata è une fantazie di" Chine colle ". Per le immagine del Inferno e del Purgatorio, la base è incisione di una lastra di zinco con la tecnica acquaforte ( in generale ceramolle ); per le immagine del Paradiso: La base è xilografia di una lastra di linoleum (detta linoleografia) incisa con le gubbie. Queste 2 matrice, le stampo con il torquio sia con disegni originale, sia con fotografie mie o trovate le quale sono impresse su carta di riso orientali. Il risultato è una sovrapposizione di immagini o di testo con immagini. Sono Monotipi. In generale, faccio solamente un esemplare. Sono una fsostenitrice della tecnica o una artigiana! però per i greci Arte = tecne! no?

Del resto, anche voi letterati, lavorate la tecnica per dire le cose. I materiali sono le parole! Saluti, Caroline G.

  

                                                             ***

  

Biografia e mostre: Caroline Gallois, franco –italiana, nata da genitori francesi a Saigon, si è formata alla pittura e all'incisione nel corso di lunghi soggiorni in diverse parti del mondo con importanti mostre collettive e personali in Messico, dal '79 all'86, negli Stati Uniti dal 86 al 96 (Banco mondiale, Washington DC in 1997) e in Europa (Musée du Grand Palais, in 1995 a Parigi, e in 1999 al Museo Sandro Parmeggiani, Cento, Ferrara). Ha vinto premi per la sua produzione grafica a New York e nel 1999 un premio alla Biennale d'Arte Contemporanea di Nimes. Dal 1996 risiede a Firenze in Italia.

  

La sua opera è presente in varie collezioni fra le quali il National Museum of women in the Arts, e la Corcoran Art Gallery a Washington DC.

 

Mostre personale recente : 2009: La Corte, Arte Contemporanea, "L'impronta", 2008: Etoile Toys- -Florence Dance Center, " Voyelles" Casa per l'arte contemporanea La Bargagiana, Pontassieve .  Firenze 2006: “Tendenze”, La Soffitta- Sesto Fiorentino, Firenze, Art_Metz, Parco delle esposizioni- Metz Francia 2005: Libri Liberi- La Dolce vita, Firenze 2004: Teatro Puccini; Le Giubbe Rosse- Firenze 2003: La petite Galerie- Parigi, Francia; Biennale del Fiore- Pescia2002: Galerie Christine Colas- Parigi, Francia2001: Libreria Franco Maria Ricci; Messaggerie Seeber- Firenze 2000: Istituto Francese, Palazzo Lenzi- Firenze 1999: Espace Gard- Nimes, Francia 1998: Biennale d'Art Contemporain- Nimes, Francia 1997: Syncronicity Space- New York, USA. In 2007, Atelier Grognard, La Malmaison, Galerie Mediart, Parigi, Premio grafica 2007 Villa Pacciani (Santa Croce sull'Arno)

 

Hanno scritto del suo lavoro in Italia e in Francia: Giuliano Serafini, Giuseppe Furlanis, Tommaso Paloscia, Alan Chatam de Bolivar, Giovanna Uzzani, Luciana Floris, Roberta Fiorini, Franco Fanelli, Caterina Leoni

   

Vittorio Giorgini- Caroline Gallois
Via della Chiesa 62- 50125 Firenze
055 2382882- 3495376870
www.carolinegallois.com


 

 

 

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