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Vincenzo Donvito. Cani e nuove norme. Finalmente un po' di civiltà 
Ma non bastano le ordinanze: migliore mobilità urbana e legge nazionale
07 Marzo 2009
 

Finalmente l'ordinanza dell'allora ministro Girolamo Sirchia, confermata dal suo successore Livia Turco e scaduta lo scorso 29 gennaio, è solo un brutto ricordo. Ma sintomatico di quanta leggerezza e ignoranza è stata usata fino ad oggi per affrontare un tema importante come quello della convivenza con i cani. Nonostante i pareri di esperti e medici, in questi anni alcune razze di cani hanno sofferto per il loro inserimento nella lista delle cosiddette razze pericolose che, senza neanche dover fare chissà quali voli pindarici, è come dire che gli umani di razza nera, in quanto tali, sono più pericolosi di quelli di razza bianca o gialla. Se oggi per gli umani qualcuno sostenesse questo, verrebbe quantomeno preso in giro... per essere gentili. Ebbene, ce l'abbiamo fatta, i nostri governanti hanno scoperto che è anche così per i cani e, ovviamente, se qualcuno chiedesse agli ex ministri Sirchia e Turco se per quanto avevano fatto fossero stati razzisti, verrebbero quantomeno guardati male... ah, saggia ignoranza!

Essenzialmente grazie al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, oggi tutti i cani possono viaggiare sui treni: lo scorso dicembre, grazie alla ignoranza delle Fs, era stato vietato l'uso dei treni ai presenti nella ex-lista dei cani pericolosi. Guinzaglio o museruola per tutti (com'era anche prima), norme contro le educazioni aggressive ed educazione dei proprietari per la gestione dei loro amici.

Ma non finisce qui. È ancora troppo poco.

Le ordinanze scadono, per cui occorre che ci sia una legge e non norme periodiche. Visti i precedenti e l'ignoranza manifestata, non è escluso che le norme di oggi possano domani seguire le fobie dei nuovi ministri, per cui, se c'è una legge, il suo cambio è quantomeno più complicato rispetto a riscrivere un'ordinanza.

Da questo nuovo corso, inoltre, sarebbe opportuno che il Governo desse precise e articolate indicazioni perché anche le città, oltre a consentire la mobilità dei cani, si attrezzassero per meglio accoglierli. Sono sempre di più le famiglie con un cane, soprattutto quelle fatte di anziani che, abitando più frequentemente nei centri urbani ed avendo loro meno mobilità dei giovani, hanno più esigenza di aree e spazi in cui i cani possano socializzare e vivere all'aria aperta parte della loro giornata senza dover necessariamente essere al guinzaglio o con la museruola. Infine, il trasporto dei cani sui treni ha bisogno di nuove norme: non solo nella vettura di coda e divieto per Eurostar, ma in tutti i treni, con regole precise per tutti e rispetto di chi, tra i viaggiatori, non vorrebbe avere un cane vicino.

Visto quanto accade oggi. Aspettiamo fiduciosi.


Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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