Un'ora come questa...
.e arriva infine, quell'ora solenne
quando gonfia, appesantita,
dal bozzolo del tuo grembo materno
fior unico fai nascere, fragil'estensione di te stessa,
umanità nuova di zecca, gemma dell'universo.
L'ora alla quale regali al mondo ignaro
speranza di continuità, e all'animo tuo,
l'indescrivibile sensazione di aver portato
a termine con successo meravigliosa faccenda
di aver trasmesso essenza dall'essenza;
quando lo straziante dolore del parto
si trasforma in podio del trionfo, l'ora alla quale,
sulle soglia tepide delle palpebra dell'amato
percepisci gocciolette d'inestricabile gioia e fierezza
che forse l'enormità dell'evento l'avrebbe
dolcemente agevolato, lor fremito un cristallo.
l'ora quando le sue labbra, ora rilassate dall'ansietà,
le tue coprono di gratificanti baci persistenti
e sul plinto della memoria, come sublime ricordo
essa va scalpellato in oro e legame.
Un'ora così è singolare,
ha il sapore delicato dell'elevato,
è miscuglio d'inizio e fine, di partenza e traguardo,
uno spazio per te come imprenditrice di successo
dai fondali dal magma umano traiando i segreti nascosti,
un momento tutto luce e calore,
il colmo di una relazione è,
è come l'ovazione del bis di fine spettacolo
è vetta di montagna conquistata,
è privilegio, prodigio,
il tutto è.
Un'ora come questa
è delizia d'assaporare
o lusso da invidiare?
Therese Pace (Malta)
inviata il 3 marzo 2009
A Saffo
A così tanto afflato
inchino il capo,
tu che dalle sorgenti della poesia
sei scaturgine d'amore e di libertà.
In un soffio,
di cenere vermiglia
hai cosparso i secoli avvenire.
Ma noi donne,
chiare e scure
che non senza macchie e censure,
camminiamo con in mano la nostra stella
– non importa da quale galassia caduta –
e con un carico di sole e di vento,
restiamo ancora prigioniere del nostro tempo,
fragili figlie del primo paradiso.
Paola Mara De Maestri
(da Il pane del sorriso, Giulio Perrone Editore)
inserita il 5 marzo 2009
Fiore di donna
Sboccia la rosa silvestre e solitaria
Si fende gentile ma senza arrossire
E quando la pioggia usurpa ormai l’aria
Un po’ assonnata, vorrebbe dormire.
Si schiude un sorrise sul volto stremato
Quando un vagito di vita iniziata
Si posa sul cuore d’amore placato
Fin che meraviglia appare saziata.
Tra i fiori più belli di ogni giardino
Tra le rose, tra i gigli o tra i ciclamini
Tu la scorgi, rapito, di primo mattino
La donna… custode di vita e segreti infiniti
Norma Giumelli
inviata il 5 marzo 2009
La spazzola del tempo
Brandisce i suoi colpi
la spazzola del tempo
Pettina anni
sempre più corti
lasciando solo vaghi e spenti ricordi
Scioglie nodi e contrasti
compagni di inevitabili dolori
Colore vivo
Lente sfumature
Polvere di stelle
Allontana inesorabilmente
giorni senza ritorno
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L'aria scompiglia i capelli della bambina
Li raccolgo in morbide trecce
adornandole con fiori d'erica
Come scudi
di colore rosa antico
profumati di vento
respingono la spazzola del tempo
Fili d'oro
illuminati dal sole
custodiranno i preziosi giorni
del suo presente
Marina Riva
inviata il 5 marzo 2009
Sostenibile
il peso
del tempo,
se si percorre
a piccoli passi
- un po’ lenti –
lo spazio dei ricordi.
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Anche
tu
sei
l’amore
come crepa
edera
fessura.
Come fessura
crepa
edera:
anche tu, sei l’amore.
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Del domani
non rimane
che la serenità
Del come e del quando
- come dell’amore -
non c’è dato sapere.
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Era lì la sera
tra righe e asfalto
porfido e pietra
marciapiede e muro.
Era lì la sera
tra clacson, risa
rumori, parole
e rassegnati desideri.
Era lì la sera
nei passi affrettati
arresi, appesi, ancorati
a sorrisi e perché
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Per
tutta
la notte
saprei cosa dirti
- autostrade -
di mano e di bocca.
Per
tutto
il giorno
saprei
cosa dirti
- sguardi –
di parole distese.
Per
tutta
la sera
saprei cosa dirti
- musiche -
di dita vellutate.
Per
tutta
la notte
saprei
cosa dirti
- autostrade -
di bocca e di mano.
Cristina Balzaretti
poesie inviate il 6 marzo 2009