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Valter Vecellio. Scomuniche & anatemi 
Sodano contro Kung, “Avvenire” contro Politi, Gasparri contro Pisanu. Tutto ciò c’entra con Chianciano?
26 Febbraio 2009
 

Prima scomunica. Si può cominciare con la felpata, ma non per questo meno arcigna, “scomunica” scagliata dal cardinale Angelo Sodano nei confronti del teologo Hans Kung. Quest’ultimo, intervistato da Le Monde (l’intervista in originale è riportata da Notizie Radicali di ieri) osservava che papa Joseph Ratzinger sta tradendo il Concilio Vaticano II, e che molti cattolici non aspettandosi più nulla da questo pontefice, da questa chiesa che si sta trasformando in una setta, se ne stanno silenziosamente ma inesorabilmente allontanando. Uno vero e proprio scisma, si può dire.

Da queste valutazioni si dice «interiormente ferito» il cardinale Sodano, che affida alla Radio Vaticana la “scomunica”: Kung sbaglia, dice in sostanza, Benedetto XVI «lavora quotidianamente per il bene della Chiesa… sento il dovere di dire che si tratta di affermazioni generiche e non provate... personalmente sono testimone dell’impegno del Santo Padre per fare della chiesa una famiglia, la famiglia dei figli di Dio… una critica fraterna è sempre possibile nella Chiesa, fin dai tempi di San Pietro e di San Paolo. Una critica amara, invece, tanto più se generica, non contribuisce all’unità della chiesa, per la quale tanto sta lavorando il papa Benedetto XVI, che lo Spirito Santo ha collocato a reggere la santa chiesa di Dio, in quest’ora importante della sua storia».

La “critica amara” è quella che emerge anche dalle pagine delle belle “Conversazioni notturne a Gerusalemme”, tra il cardinale emerito Carlo Maria Martini e il teologo Georg Sporschill: se Gesù tornasse tra noi, dice Martini, «scuoterebbe tutti i responsabili della Chiesa, rammentando che la loro missione riguarda il mondo intero. Che non devono dedicasi a una contemplazione narcisistica, bensì guardare oltre i confini della propria istituzione».

Sono del resto rimasti completamente disattesi i “dieci pensieri” per il prossimo papa che don Luigi Verzé ha elencato, anni fa, nel suo Pelle per pelle. «C’è un eccesso di rappresentanza della Chiesa di Roma», annotava don Verzé. «Certamente alcune indicazioni che vengono dal centro sono importanti, ma occorrerebbe che fossero elaborate con l’apporto di tutti». Chissà come sarà rimasto intimamente ferito il cardinal Sodano, nel leggere quelle pagine.

 

Seconda scomunica. Figuriamoci come devono aver ferito Marco Politi nel suo bel La Chiesa del No. Il vaticanista di Repubblica già in passato aveva scritto pagine che evidentemente hanno lasciato il segno: il suo Viaggio tra i cattolici d’Italia, o il più recente Io, prete gay. Per non dire di Papa Wojtyla. L’addio (Morcelliana), dove racconta di come il pontefice polacco, resosi conto dell’inutilità di ogni cura, abbia chiesto: “Lasciatemi tranquillo”…

L’Avvenire pubblica una stroncatura del libro di Politi: «chiamiamolo con il suo vero nome: pamphlet, genere letterario peraltro nobilissimo…la tesi è una sola,reiterata, ribadita… l’oggetto dell’indagine è in realtà un bersaglio… Né nasconde i suoi intenti - una ben precisa lettura politica della Chiesa - affidando la prefazione a Emma Bonino, scelta tutt’altro che casuale e che la dice tutta sugli intenti del volume del vaticanista… la tesi è la solita: la Chiesa non sa dialogare con la società, è sempre più distante dai fedeli, è arroccata attorno a dogmi intoccabili, manca di misericordia, il suo laicato è afono...».

Dice un adagio che la lingua batte là dove il dente più duole. Avvenire conferma la saggezza di questo adagio. La rozza stroncatura di “Avvenire” è la conferma della chiusura di cui è preda quel mondo di cui è espressione.

 

Terza scomunica. Viene da Maurizio Gasparri, il presidente dei senatori del PDL. Evidentemente irritato dalla presa di posizione del presidente Beppe Pisanu, gli rimprovera «di far parte forse distrattamente del gruppo del PDL» e ribadisce punto per punto il percorso parlamentare che sta portando al disegno di legge sul testamento biologico: «Si fa la legge perché il Parlamento ha votato una mozione nella quale viene indicato questo traguardo. Credo che quella mozione l’abbia votata anche Pisanu. Nella mozione si affermano chiaramente i principi in difesa della vita e si ricorda che alimentazione e idratazione non sono da considerarsi mai alla stregua di un trattamento terapeutico».

Pisanu replica telegrafico con una ironica conferma: «Sì, a volte sono così distratto che mi sfuggono persino gli alti pensieri del senatore Gasparri».

 

C’entra tutto questo con il congresso radicale che tra poche ore si aprirà a Chianciano? Una relazione c’è, e senz’altro la si potrà cogliere dal dibattito e dal confronto che sapremo sviluppare.

 

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 26 febbraio 2009)


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