Puccini e la Luna, in scena al “Manzoni” di Roma fino al 15 marzo, è uno spettacolo di prosa e lirica scritto da Carlo Alighiero e Giovanni De Feudis. Il lavoro è innanzi tutto di tipo teatrale e racconta la vicenda amorosa fra il compositore e la sua ultima amante – Rose (Laura Lattuada) - esplorata attraverso le opere immortali, le arie che sono entrate a pieno titolo non solo nella storia della musica quanto proprio in quella del teatro, anticipando anche una certa sensibilità cinematografica.
Diretta ed interpretata da Carlo Alighiero (Puccini), la pièce ha suscitato grande riscontro da parte del pubblico, che ha saputo apprezzare l’originalità di questa fusione tra i due linguaggi.
Così, la vita privata del Maestro, “la Luna” sua confidente e ispiratrice, e le sue donne sono state il filo conduttore per la nascita delle sue opere liriche, le cui protagoniste non a caso sono solo donne, basti pensare alla Bohème, alla Butterfly, alla Turandot e altre, che hanno permesso allo stesso Puccini ed al pubblico di «masticare la bella favola triste dei trionfi dell’amore», per dirla con le parole dell’attore-personaggio Puccini.
Sul palcoscenico, quindi, si sono alternati momenti di teatro e momenti di lirica in cui sono state eseguite le sue più belle e famose arie come “Vissi d’Arte” Butterfly, “Quando m’en vò” Bohème e “Nessun Dorma” Turandot.
I cantanti, Rosita Tassi, soprano; Margherita Pace, soprano; Ugo Tarquini, tenore hanno affascinato il pubblico ed il silenzio che ha isolato le loro voci ha creato un’atmosfera davvero magica e suggestiva.
L’azione della pièce si svolge nel 1924. Ripercorrendo alcuni momenti della vita del Maestro lo spettacolo cerca di descrivere al meglio il suo carattere, le sue debolezze, il suo pensiero, e la sua insofferenza per la “nuova musica” di Schönberg. Il Maestro intendendo la musica come un qualcosa in continua evoluzione, è incuriosito da queste nuove tecniche e da tutto ciò che é strumentale.
Tentato dal nuovo, vuole in qualche modo trasformarlo e inserire quanto c’è di valido nel suo ultimo lavoro, Turandot, ma senza tradire il suo teatro, le sue amate eroine la sua musica. Questo contrasto lo porta a una crisi creativa, lunga alcuni anni ed accentua una stagnazione del lavoro.
La “luna” in questo momento lo tradisce, non è più fonte di ispirazione ma di dubbi, accentuati e moltiplicati nella commedia da colei che dovrà essere la futura protagonista di Turandot, la sua bellissima e giovane amante Rose Ader.
L'opera non cammina, non si conclude con il trionfo della principessa come lei vorrebbe. Cosciente della crisi creativa del Maestro, lei lo accusa di essere vecchio, finito, di non avere più idee. Puccini reagisce e cerca di superare il momento critico scegliendo la soprano che in Turandot dovrà sostenere il ruolo della dolce schiava Liù, lavorando con lei.
Questo scatena Rose che si sente scalzata artisticamente dal suo ruolo di protagonista. Il contrasto, fonte di violente scenate e la malandata salute di Puccini, creano in lui un’ansia che gli impedisce di portare a termine il suo ultimo capolavoro.
Turandot va in scena incompiuta alla Scala con la direzione di Toscanini nel 1926, dopo la sua morte.
Per il 150° anniversario della nascita di Giacomo Puccini
Teatro: Manzoni
Città: Roma
Titolo: Puccini e la Luna
Autori: Carlo Alighiero e Giovanni De Feudis
Regia: Carlo Alighiero
Interpreti: Carlo Alighiero, Laura Lattuada, Caterina Genta e Rossella Vicino
con la partecipazione del soprano Rosita Tassi, soprano Margherita Pace e del tenore Ugo Tarquini ed il maestro di pianoforte Enzo De Rosa
Periodo: fino al 15 marzo
Lucio De Angelis
(da Notizie radicali, 19 febbraio 2009)