Sarkozy sarà tornato a casa sicuramente contento dai risultati della sua visita a Roma, in occasione del vertice italo-francese. La tecnologia nucleare francese, che da qualche tempo ha difficoltà a trovare nuovi mercati, specie nei paesi occidentali, e conosce difficoltà tecniche e finanziarie sempre crescenti nella costruzione proprio di una centrale “di terza generazione” in Finlandia, ha trovato l'Eldorado in Italia, con la commessa di ben quattro nuovi/vecchi impianti! Come non mi sono stancata di ripetere in questi mesi questa scelta, tutta politica, non conviene all'Italia.
E questo non per motivi ideologici, ma semplicemente perché impegnarci per più di venti miliardi di euro per una produzione di energia che nel complesso del fabbisogno italiano, non solo elettrico, potrà rappresentare al massimo neanche il 5% del totale non conviene economicamente al nostro paese, anche tenendo conto dei costi di smantellamento.
Va bene la politica del “fare”, ma non il fare per il fare: i costi sono alti, i tempi lunghi e i benefici estremamente bassi. Non a caso in modo ben diverso si stanno muovendo altri paesi, a cominciare dagli Stati Uniti.
Inoltre, vorrei proprio sapere chi paga, chi pagherà i costi finali di quest'operazione, che magari vedrà all'opera l'ennesima “cordata italiana” protetta e garantita dalla mano pubblica.
Chi pagherà, temo siano i soliti contribuenti.
Intanto a Parigi si stappa champagne...
Emma Bonino
vice presidente del Senato
Fonte: Radicali.it, 24/02/2009