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Peppe Sini / Mao Valpiana. Milizie / Ronde ostili e ronde amiche
Immagine tratta dal libro Ronda della Carità Onlus Verona,
Immagine tratta dal libro Ronda della Carità Onlus Verona, 'Nella città invisibile', Gemma Editco 
24 Febbraio 2009
 

Milizie


Sarà per ragioni anagrafiche, io ricordo i “servizi d'ordine” violenti che pestavano la gente per le strade. E sarà perché me lo raccontavano i miei compagni ed amici più anziani, io ricordo anche la “Milizia volontaria per la sicurezza nazionale” del regime fascista.

Le ronde volute dal governo sono quelle di Borghezio, quelle dei “servizi d'ordine” picchiatori, quelle della “Milizia volontaria per la sicurezza nazionale”, quelle dello squadrismo di sempre.

Il fatto che lo stesso governo che vuole imporle sia costretto a precisare che devono essere “disarmate” rivela come anche i proponenti sappiano bene a cosa servono e chi vorrà farne parte.

E sappiamo tutti, lo ripeto ancora una volta, che si può uccidere anche a mani nude, che bastano i pugni ed i calci a strappare una vita.

Sappiamo tutti a cosa servono queste milizie, anche se non indosseranno le camicie brune.

 

Peppe Sini

 

 

Ronde ostili e ronde amiche

 

Verona. Capitale morale della Lega. La città del sindaco sceriffo. La città dei pestaggi fascisti. La città dove un giovane muore massacrato per mano nazista. La città dove è vietato mangiare kebab per strada. La città dove alle panchine viene applicato il bracciolo per impedire ai senzatetto di dormirci la notte. La città delle ronde padane...

Ma a Verona, da tanti anni, molto prima del vigente regime populista-leghista-fascista, ogni sera scende in campo una vera ronda. È la Ronda della Carità. Un furgone, con quattro volontari, che dalle dieci di sera a notte fonda, gira per il centro e per i quartieri, portando una tazza di tè caldo, un pasto, una coperta, e una parola di conforto a chi ne ha bisogno. Sono circa un centinaio le persone senza fissa dimora che ogni notte ricevono umanità, concreta solidarietà, aiuto morale e fisico, dai volontari della Ronda. Si tratta di un'iniziativa privata, del tutto volontaria, apartitica e aconfessionale. Alcuni ristoranti forniscono gratuitamente i pasti. La San Vincenzo fornisce vestiti e coperte. Decine di giovani si organizzano per i turni.

Questa è la ronda che mi piace, quella che riscatta l'intera città.

Ora in città abbiamo due tipi di ronde. Quelle che cercano il clandestino o il barbone per cacciarlo, per denunciarlo, per farlo sparire dal contesto urbano, e l'altra ronda, quella della carità, che i barboni va a scovarli negli anfratti più nascosti, per fornire loro ciò di cui hanno bisogno per un minimo di conforto, per vincere il freddo dentro e fuori di loro. Per farli sentire accolti, per riconoscerli come figli di questa città.

Ci sono ronde ostili e ronde amiche.

Il pacchetto sicurezza varato dal governo è odioso perché legittima le ronde che i barboni temono.

Ma il vero pacchetto sicurezza i cittadini-barboni lo trovano nella ronda della carità, che ogni sera arriva con il suo carico di umanità.

La Ronda della Carità è l'antidoto alle ronde del sindaco. La Ronda della Carità ci dice che ancora c'è speranza. La Ronda della Carità è il punto da cui Verona può ritrovare se stessa.

 

Mao Valpiana

www.rondadellacaritaverona.org


(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 24 febbraio 2009)


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