da Piovono formiche carnivore e altre inezie
Aletti editore, Villalba di Guidonia (RM), 2008.
DELIRIO IN DO #
La poesia non sta tra noi. Non più.
Cerchiamola nel bottone mancante
di una camicia color marrone, nel
tampone usato gettato per terra tra
vari rifiuti, tra gli sputi e i mozziconi
nelle sale d'aspetto delle stazioni
di raccordo. Anzi no, meglio non cercarla
perché la poesia è come la morte,
prima o poi sarà lei a farsi viva.
E li sento i passi di lei che agogna
nei lunghi e bianchi corridoi
della mia insonnia popolata da insetti
come falene o zanzare, quando mi metto
ad ascoltare il flusso delle correnti sotterranee
dell'impianto idraulico della mia mente
mentre il rubinetto suggerisce
goccia dopo goccia l'infinita storia
che corre lungo i tubi logori e
sfiniti di tanto assurdo correre invano
(forse mente, e piange per niente...).
Ma poi arriva il nano che abita il mio cervello,
a smuovere i cardini -instabili e ossidati-
a girare le chiavi nella serratura arrugginita
della mia precaria solitudine; a destarmi
col freddo sudore come di chi è appena uscito
da un incubo per entrarci in un altro
altrettanto insolito ed affascinante
quanto uno strumento di tortura medioevale.
NOTTURNO ROVIGNESE
Da sconsolato viandante che si rispetti
ho anch'io i piedi sanguinanti, e sotto
di essi una strada da percorrere
e scelte che poi, comunque, mi pentirò
d'aver fatto...
Le sconnesse vie della notte girovaga
non portano ad alcun luogo, questo
è certo; ma chi sa dirmi allora
il motivo per il quale il gabbiano
(non sarò mica il solo a sentirlo, spero...)
straccia la quiete della notte
straziando la mia veglia
d'irriducibile insonne?
L'AMORE È UN LIQUORE ANDATO A MALE
L'amore è un liquore andato a male,
più dolce del miele
facilita il comporre
poesie. Ma quando muore
in bocca lascia un sapore amaro
e nel ricordo brucia
come su una ferita aperta
brucerebbe il sale.
Amore non si dice
perché non significa
niente di preciso.
E porta male.
È un liquore
che abbiamo bevuto
incoscientemente
tutto d'un fiato, e
va bevuto solo
se in cielo intagliata come nel cartone
la luna brilla
come una moneta
non ancora del tutto
arrugginita.
GUARDAVO LE TUE FORME
Guardavo le tue forme, forse prive di contenuto
(ho bevuto, si che ho bevuto...quanto, non lo so).
Guardavo le tue forme, puntandoti il mirino
diritto al cuore, segregato dentro un petto
portatore, forse, dell'unico tuo difetto
(non dirò quale, non vorrei apparire volgare).
Guardavo le tue forme, e non trovavo parole
o aggettivi da affibbiare ai tuoi attributi, e mandavo
al diavolo tutti i sonetti, i madrigali e i canti,
le muse, i versi immortali e i pianti...le forme
ammalianti prive di contenuto.
POESIOLA DA MEZZO LITRO
quest'oro che nella mia pupilla brilla
reca in sé il sole ogni ora del giorno
le tue labbra bella cercherò
-nascosto tesoro-
affinché diano tregua alle mie pene
al mio pene la corona d'alloro
***
Io non posso cantare i prati in fiore,
le vostre belle cose. i vostri sogni...
Io parlo d'altro, facco i mii bisogni:
tramuto in canto questo mio livore.
***
giorno di paga
fegato, su! preparati
oggi si beve
***
niente da dire
sicché mi contraddico
e dico: niente!
***
sbuca talvolta
brutto come una talpa
...senso di colpa
***
da dentro il pozzo
una rana gracida
sogna l'oceano
PRIMA
Dichiarai guerra alle parole
con le parole, onesto non vi pare?
Ma subito dopo disertai
il campo di battaglia cercando
rifugio nell'angusto anfratto del silenzio.
Ciò mi è costato caro. Ora li sento
ridere i miei avversari e gridare
su un megafono agghiaccianti frasi
impossibili da decifrare.
E mi tocca lottare contro gli affanni
per farmi capire. Per farmi rispettare.
LUNGO GLI ARGINI DEL TUO SGUARDO
Sostando talvolta lungo gli argini
del tuo sguardo, ti ho vista spiarmi
mentre ti guardavo.
Un vento forte
ma forte da far tremare tutti
i carri e le orse, investiva la tua aria assorta.
Anche queste parole più non mi appartengono
e non distinguo più la tua voce dalla mia.
Sei qui, e la tua presenza si fa viva e reale:
ora nelle pagine bianche del tempo
ora nell'infinito spazio del non detto.
L'ansia mi scuote e la paura di perderti
qualora mi sfiori l'idea di una tua dipartita,
e i veli dell'oblio vedo avvolgermi
allora, stritolarmi mentre t'inseguo
tra le bianche colonne di questo
mio mondo insonne.
COMMIATO
Alcuni ci dicono di essere sorpresi
nel vederci ancora belli e intelligenti,
chissà se è vero?
Ammirano la forza fiorita
dalla ferita infertaci dall'altrui debolezza.
Era il prezzo da pagare.
È vero, non conoscemmo altro inchiostro
che non fosse il nostro sangue.
Sembrano lontane ora
le albe cosparse di guazzi
nel cui fondo fangoso
affogarono le nostre lune.
E le notti amare trascorse
a mirare il fondo spesso
di un bicchiere troppo spesso vuoto.
Ecco come è morta la speranza.
Ecco come sono sopravvissuto
alla sua fine immensa.
poesie tratte da Ladro di tamerici
( la battana, numero 167, gennaio-marzo 2008)
***
di piombo e inchiostro ti dimostro adesso
come si squarcia il vetro zigrinato
del silenzio assoluto del mio tempio
del sonno che riposa nella polvere
che mai osammo percorrere scalzi
ché nelle vene s'addensa la neve
fammi da eco ecco quel che voglio
non un monologo non un delirio
***
lettere come rettili irritati
scorrono sibilanti nei meandri
di torbide melmose sabbie mobili
immobili i miei passi s'inabissano
dove strisciano bisce ed altre serpi
dove pullulano immondi universi
strappali i drappi troppo stretti ai polsi
non ti permettono affatto di muoverti
***
quell'incudine incute un gran timore
quando il ferro sprigiona le sue fiamme
il fabbro rischia a volte di bruciare
perciò meglio stare attenti col maglio
passeggi la prudenza per la stanza
si stanzi l'ira allora oltre la porta
sul dorso di uno scarafaggio in corsa
pazientemente la morte ti aspetta
***
Un narcotrafficante di Rovigno
molto noto per quel suo strano ghigno
quand'era in vena - cioè spesso -
fea del sesso con se stesso.
Quel tossico onanista di Rovigno.
(limerick inedito, anzi: pubblicato sul mio spazio Facebook)
NOTA BIOGRAFICA
Alessandro Salvi (1976) ha pubblicato versi su la battana (Edit), panorama (Edit). Segnalato da Maurizio Cucchi su Specchio e Tuttolibri.Tre sue poesie sono incluse nell'antologia La ricognizione del dolore (2007), a cura di Pietro Pancamo
www.progettobabele.it/ricognizione/laricognizionedeldolore.pdf
Ha scritto l'introduzione al catalogo della mostra dello scultore Andrija Milovan, mostra avvenuta tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007 a Rovigno. Il catalogo della mostra è scaricabile al seguente link:
www.muzej-rovinj.com/downloads/dogadjaji/pdf/747.pdf
Nel novembre del 2008 è uscito dalle stampe Piovono formiche carnivore e altre inezie per la Aletti Editore di Villalba di Guidonia (RM).