Parabólicas
Detrás de un tanque de agua, esconde Dayron una antena parabólica para captar la televisión de México y Miami. Vive en un edificio de ocho apartamentos y suministra a cada vecino un cable con la prohibida programación. Aunque la policía rastrea a estos distribuidores ilegales, poco puede hacer, dado el creciente número de quienes cometen el mismo delito. La Habana parece -por momentos- una telaraña surcada de falsas tendederas y tubos de agua por los que corre, en realidad, la proscrita señal de las televisoras extranjeras.
Suscritas a semejante negocio underground, muchas familias pagan una mensualidad de doscientos pesos cubanos, la mitad del salario de cualquier profesional. Reciben a cambio veinticuatro horas de telenovelas, shows y musicales. Los pocos e ideologizados canales nacionales no pueden competir con los colores llamativos y la variedad que llegan desde la osada antena, orientada hacia el satélite.
Para contrarrestar este fenómeno, el gobierno ha entrenado equipos policiales que rastrean las azoteas y cortan los cables sospechosos. La multa puede exceder los mil pesos e incluye la confiscación de los equipos receptores y del televisor. El temor a ser sorprendidos no logra, sin embargo, hacer desistir a los audaces televidentes. Algunos emprendedores han logrado, incluso, colocar las redes de distribución por debajo de la calle, junto a las viejas cañerías de agua. Para hacerlo han contratado verdaderas brigadas que simulan reparar algún salidero, cuando en realidad difunden el perseguido cable.
Los clientes de Dayron están dispuestos a correr todos los riesgos, con tal de ver algo diferente.
Yoani Sánchez
Paraboliche
Dayron nasconde dietro un serbatoio di acqua un’antenna parabolica con la quale riceve il segnale della televisione messicana e di Miami. Vive in un edificio di otto appartamenti e fornisce a ogni vicino un cavo che permette di vedere la programmazione proibita. La polizia perseguita questi distributori illegali, ma può fare poco, visto il numero crescente di coloro che commettono questo tipo di reato. L’Avana sembra una ragnatela solcata da falsi stendibiancheria e tubi di acqua per mezzo dei quali - in realtà - corre il segnale proibito delle televisioni straniere.
Per abbonarsi a questa attività underground, molte famiglie pagano duecento pesos cubani al mese, la metà del salario di un professionista. In cambio ricevono ventiquattro ore di sceneggiati, spettacoli comici e musicali. I canali nazionali, pochi e troppo ideologici, non possono competere con i richiami a base di varietà e colori che captano le audaci antenne, orientate in direzione del satellite.
Per contrastare questo fenomeno, il governo ha addestrato interi reparti di polizia per rastrellare tetti e tagliare cavi sospetti. La multa può superare i mille pesos e prevede pure la confisca di ricevitori e televisore. La paura di venire sorpresi non basta per far desistere gli audaci teleutenti. Alcuni imprenditori sono riusciti, persino, a sistemare le reti di distribuzione sotto la strada, insieme alle vecchie condutture dell’acqua. Per fare ciò hanno assunto gruppi di persone che simulano di riparare qualche marciapiede, mentre in realtà diffondono il cavo fuorilegge.
I clienti di Dayron sono disposti a correre ogni rischio pur di vedere qualcosa di diverso.
Traduzione di Gordiano Lupi