Il curatore dei fallimenti Gianoncelli, dott. Marco Cottica, nell’anno 2004, impugnava il testamento di Lina Moretti (madre di Franco, Peppino e Bruno Gianoncelli) chiamando in causa i suoi eredi (estranei alle vicende fallimentari). Il giudizio veniva assegnato per l’istruttoria e relativa decisione al dott. Fabrizio Fanfarillo, il quale, in qualità di giudice delegato ai fallimenti, l’aveva autorizzato, dichiarando per iscritto di condividere le opinioni del curatore e nominando quale difensore l’avvocato Nicola Marchi. Gli eredi di Lina Moretti: Diletto, Patrizia, Giorgio e Marinella Gianoncelli, ricusavano il giudice. Il Tribunale di Sondrio rigettava la ricusazione.
La notizia veniva riportata sul numero di agosto 2004 de ‘l Gazetin in un articolo a firma Vanna Mottarelli dal titolo «Fanfarillo “one self man”» e sommario: «Il suo “pugno di ferro” ha colpito due generazioni della famiglia Gianoncelli e ora si appresta a colpire la terza».
Il Giudice Fanfarillo, sentendosi diffamato e manifestando l’intenzione di sporgere querela, nei confronti dell’autrice dell’articolo e del Direttore del giornale, si asteneva dalla causa.
Vanna Mottarelli ed Enea Sansi, nel mese di maggio 2008 (vedi ‘l Gazetin, giugno 2008) ricevevano avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica di Brescia. Gli indagati, consultando il fascicolo, ove era depositata la sola querela congiuntamente a una copia del numero di agosto 2004 de ‘l Gazetin, constatavano che, nonostante fossero passati quasi quattro anni dalla pubblicazione dell’articolo, nessuna indagine era stata esperita.
Vanna ed Enea hanno chiesto di essere sottoposti a interrogatorio (tenutosi il 21 luglio 2008) e di riaprire le indagini al fine di accertare verità avendo il dott. Fanfarillo adottato i provvedimenti descritti nell’articolo in veste di giudice delegato, pubblico ufficiale.
Il PM, senza esperire alcun supplemento di indagine e senza fare menzione di quanto emerso dall’interrogatorio, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’autrice dell’articolo e del direttore del giornale (questo ultimo per omessa vigilanza) ritenendo che «con la frase, riportata nell’articolo di stampa oggetto di querela, “Il pugno di ferro del dottor Fanfarillo ha colpito due generazioni della famiglia Gianoncelli e ora si appresta a colpire la terza” venivano stigmatizzati i provvedimenti adottati dal suddetto magistrato ed implicitamente venivano attribuiti al medesimo intenti persecutori nei confronti dei falliti».
Il GIP del Tribunale di Brescia ha convocato Vanna Mottarelli ed Enea Sansi all’udienza preliminare del 17 febbraio 2009.
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Che dire del diritto di critica? E del diritto di cronaca? Utopie, niente altro che utopie?!
Non intendiamo commentare quanto il PM ha «implicitamente» letto tra le righe dell’articolo (lo faremo a tempo debito). Ci preme però sottolineare che i provvedimenti del giudice delegato, menzionati nell’articolo in modo assolutamente veritiero e documentato, hanno avuto effetti devastanti sui falliti Franco e Peppino, sulla loro madre Lina Moretti, su Patrizia e Diletto, figli di Franco, e su Giorgio e Marinella, figli di Peppino. Tre generazioni di Gianoncelli, per l’appunto.
E, purtroppo, la “faida” continua...
Vanna Mottarelli
Enea Sansi
(da 'l Gazetin, gennaio-febbraio 2009)
Qui per documentazione sul Caso Gianoncelli