A che serve il Pubblico registro automobilistico (Pra)? Per le pratiche inerenti i passaggi di proprietà, le prime iscrizioni e le radiazioni, ci dicono. In sostanza dal Pra deriva, attraverso l'Aci, il certificato di proprietà di un mezzo di trasporto. Il possessore di un autoveicolo, però, ha anche il libretto di circolazione che viene rilasciato dalla Motorizzazione civile (ministero delle Infrastrutture e Trasporti). Sorge spontanea la domanda: perché non si unificano i due documenti semplificando la vita agli automobilisti e, volesse il cielo, ridurre la spesa pubblica, vale a dire le tasse al cittadino? Perché mai si deve peregrinare tra gli uffici statali, la Motorizzazione e quelli dell'Aci? E perché l'Aci (ente pubblico che ha proventi diversi) non si privatizza e diventa una libera associazione alla quale gli automobilisti interessati si iscrivono?
Perché non si unificano il l'Archivio nazionale dei veicoli (Anv) e il Pra? Perché il cittadino italiano deve tirare fuori dalla propria tasca 233 milioni di euro l'anno per tenere in piedi il Pra? A che serve un “certificato di proprietà” quando basta una riga sul libretto di circolazione?
Insomma abbiamo una duplicazione di strutture che costano al contribuente e creano problemi all'utente. Rivolgiamo queste domande al ministro al ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta, che come dice il suo sito internet è «attivo da sempre nelle battaglie riformiste».
Una interrogazione in tal senso è stata preannunciata dalla senatrice Donatella Poretti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc