È la figlia di chi in guerra è morto
la piccola donna in grembiule
a fiorami, attaccata per un po' di capelli
alla finestra, che biascica litanie senza senso,
o che il senso l'hanno perso, foglia a foglia
come l'albero che ritorna spoglio.
È così che l'angolo torna a farsi punta,
il gesto molle e vago sull'onda
fiacca di questa capital-democrazia...
Non una traccia della nostra storia
che si fermi per restare: solamente tratti
sghimbesci a margine d'un foglio per appunti.
Francesco Osti
Siamo finiti in un funerale e il silenzio non osava fermarsi
fra i signori schizzati ad acquarello nell’antro della chiesa
dentro un primo pezzo di vita della morte sulla terra.
Poi sopra la suora levigata nel candore bianco del vestito
la mano stretta nell’abbraccio che iniziava a tremare,
il dolce di carezze divine scese in un corpo di donna.
Si amano certe camminate storte disegnate nel cielo
piene di tempo e raffiche, colpi che piegano l’equilibrio.
Il nascondiglio dei nostri corpi fra quelli dei vecchietti
l’ultimo pezzo di alibi in un agglomerato di storie
così forte di epiloghi e resurrezioni, di terra e di luce.
Massimo Bevilacqua
Materiali per la manutenzione. –Antonella Anedda, Dal balcone del corpo, Mondadori. –Susanna, album Sonata mix dwarf cosmos.
(2. – segue)
(da 'l Gazetin, novembre-dicembre 2007)