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Yoani Sánchez. Due agende
07 Febbraio 2009
 

Dal blog Generación Y

5 febbraio 2009

 

 

Dos agendas

Esa dualidad en la que estamos atrapados, entre la versión oficial y la realidad de nuestras calles, marca también las demandas que emergen de esta Isla. La lista de lo que esperamos se divide en dos diferentes agendas, tan disímiles como contrarias. La primera -la que lleva el gobierno- incluye enérgicas declaraciones reclamando la libertad de los cinco espías cubanos presos en los Estados Unidos y tiene, entre sus primeros puntos, la extradición de Posada Carriles, acusado de hacer explotar un avión en pleno vuelo en 1976. El cuaderno oficial dice que no es suficiente con que Obama haya cerrado la cárcel en la base de Guantánamo, pues debe también devolver ese territorio a los cubanos y –obviamente- hay un acápite, resaltado en rojo, para el fin del bloqueo estadounidense.

Otra cosa puede leerse si se abre el inventario de los deseos populares. En las primeras líneas está la pregunta de qué ha sido de aquellas “reformas estructurales” sobre las que tanto se hablaba hace dos años. Una repetida solicitud de quitarle la camisa de fuerza a la iniciativa económica popular, estaría también entre las más visibles. Con el mellado lápiz de la espera, hemos escrito, en varias páginas de esta agenda virtual, la necesidad de acabar con las restricciones para entrar y salir del país, el deseo de asociarnos libremente, de escoger el credo en el que se formarán nuestros hijos o la necesidad de ganar los salarios en la misma moneda en que se vende la mayoría de los productos. Todo eso y más estaría en el estropeado directorio de las aspiraciones ciudadanas, si alguien quisiera hojearlo.

Lo mismo ocurre con el documento oficial -sobre los derechos humanos- que se presenta hoy en el Consejo de Derechos Humanos. Resumen ficcional de lo que tenemos, leyenda en tinte rosa y glosario triunfalista que se aleja –años luz- de lo que vivimos. Obra de diestros literatos, debe leerse así, como un texto novelado de ciertos autores que evitan escribir la bitácora, real, del naufragio.

 

Yoani Sánchez

 

 

Due agende

Il dualismo tipico nel quale ci troviamo invischiati, tra la versione ufficiale e la realtà delle nostre strade, caratterizza anche le richieste che emergono da questa Isola. L’elenco di chi spera si divide in due agende distinte, tra loro diverse e contrarie. La prima - di matrice governativa - è composta da energiche dichiarazioni, reclama la libertà delle cinque spie cubane catturate negli Stati Uniti e mette, tra i primi obiettivi, l’estradizione di Posada Carriles, accusato di aver fatto esplodere un aereo in volo nel 1976. L’agenda ufficiale sostiene che Obama non può limitarsi a chiudere il carcere nella base di Guantánamo, ma deve anche restituire quel territorio ai cubani. L’ultima richiesta - inutile dirlo - è contenuta in un capitolo, evidenziato in rosso, che pretende la fine dell’embargo statunitense.

Se apriamo l’inventario dei desideri popolari leggiamo ben altre cose. In primo luogo ci si chiede che cosa ne sia stato di quelle “riforme strutturali” delle quali si parlava tanto due anni fa. Subito dopo vediamo la ripetuta richiesta di togliere la camicia di forza all’iniziativa economica popolare. Abbiamo scritto, con il lapis spuntato della speranza, sopra diverse pagine di questa agenda virtuale che sarebbe il momento di farla finita con le restrizioni per entrare e uscire dal paese. Abbiamo affermato il desiderio di associarsi liberamente, di scegliere gli ideali ai quali educare i nostri figli e la necessità di venir pagati con la stessa moneta che serve ad acquistare la maggior parte dei prodotti. Tutto questo e anche qualcosa in più fa parte delle deturpate aspirazioni cittadine, se qualcuno volesse darci un’occhiata.

Accade la stessa cosa con il documento ufficiale - sui diritti umani - che viene presentato oggi al Consiglio dei Diritti Umani. Riassunto fantascientifico della situazione effettiva, leggenda in tinta rosa e glossario trionfalista distante anni luce dalla nostra realtà. Questo documento va letto come un’opera composta da abili letterati, un testo romanzato da certi autori che evitano di scrivere il libro di bordo, reale, del naufragio.

 

Traduzione di Gordiano Lupi


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