Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Scuola > Notizie e commenti
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
La scuola che non c'è
06 Febbraio 2009
 

C'è una scuola che c'è, una scuola che non c'è, una scuola che vorremmo che fosse e qualcosa d'altro nella testa dei ministri Gelmini e Tremonti. Forse c'è anche un progetto. Temiamo non di qualità.

Come si distrugge la scuola pubblica italiana?

Distruggendo quello che funziona meglio. Se c'era un ordine scolastico che in Italia andava bene era la scuola elementare italiana. Ma proprio lì è cominciata la finta riforma Gelmini. La conferma che fosse un'ottima scuola di base era arrivata anche dal rapporto Timss 2007 - Trend in international Mathematics and Science study. Studio che misura le competenze in matematica e scienze degli alunni al quarto e all'ottavo anno di scolarità. L'edizione 2007 del Timss riporta i dati relativi agli alunni di 59 paesi distribuiti nei 5 continenti. Inoltre già avevamo i confortanti risultati di un'altra indagine internazionale: il Pirls 2006 - Progress in international reading literacy study – lavoro che rileva la competenza nella comprensione della lettura dei bambini al quarto anno di scolarità.

Questi rapporti, recentemente diffusi, fanno riflettere. Anche se la riflessione, dopo la cancellazione, a partire dal prossimo anno, nella scuola primaria, del modulo (tre insegnanti su due classi), si presenta un po' amara..

Rispetto al 2003 i bambini italiani migliorano le loro performance, confermandosi ai primi posti in Europa dove si piazzano all'ottavo posto in matematica e al quarto posto in scienze. Risultato che assume maggiore importanza se si considera che i nostri alunni di quarta elementare, con una età media di 9,8 anni, sono più piccoli dei corrispondenti compagni degli altri paesi: tutti con età superiore a 10 anni.

A livello mondiale la concorrenza dei paesi asiatici (Hong Kong, Cina e Singapore ai primi posti) fa scivolare l'Italia al sedicesimo posto in matematica e al decimo posto in scienze, sempre e comunque con un «rendimento significativamente più alto della media internazionale», a quota 500 punti. I bambini italiani prevalgono su quelli svedesi e norvegesi e, in scienze, anche sui compagni tedeschi.

Entrando più nei particolari, il Timss mostra che gli alunni del nord-est italiano sono in assoluto i più bravi. Invece quelli del sud-isole arrancano.

Trend opposto per i ragazzini all'ottavo anno di scolarità.

Gli alunni che frequentano la terza media in Italia purtroppo collezionano l'ennesima figuraccia, collocandosi al di sotto della media internazionale.

La lettura di questi risultati ci dice quindi che i bambini italiani escono dalle elementari più che preparati ma, dopo aver frequentato tre anni di scuola media, si ritrovano inadeguati nel proseguimento degli studi. E allora perché se veramente si vuole cominciare a riformare seriamente la scuola pubblica italiana non si parte dalle scuole medie?

I positivi risultati evidenziati dai due rapporti internazionali citati sono, infatti, riferibili anche all'organizzazione modulare delle classi introdotta dal 1990, organizzazione che dal prossimo anno cesserà di esistere a partire dalle classi prime per lasciare spazio ad un maestro unico che insegnerà nella stessa classe per 22 ore settimanali, lasciando ad altri insegnanti il completamento dell'orario a 24, 27, 30 o 40 ore settimanali, anche se la circolare n. 4/2009 sottolinea «nei limiti dell’organico assegnato…». Ovvero la lettura è che a partire dall’anno scolastico 2009-10 ci saranno notevoli tagli all’organico e che in progressione avremo una forte riduzione dell’offerta formativa nella scuola primaria pubblica.

Perché di nuovo si ricrea il caos in un ordine scolastico che funziona meglio di tutto il processo formativo italiano?

Ma allora di che qualità si parla? Di quale merito? Di quale eccellenza? Semplice: si guardano solo le criticità, i dati negativi, ovvero, ciò che in qualche modo può giustificare un pesantissimo taglio ai fondi e al personale scolastico italiano della scuola pubblica.

La ministro Gelmini ci appare così poco autorevole e soprattutto poco competente a ricoprire un ruolo istituzionale che dovrebbe avere come primo obiettivo la salvaguardia della pubblica istruzione, come da dettato costituzionale, proprio cominciando da una seria valutazione dei risultati di competenza degli alunni.

Le valutazioni serie si fanno anche con i numeri e allora i risultati della scuola di base italiana dovrebbero indirizzare nel migliorare l'offerta e non nel seminare dubbi in un'opinione pubblica già massicciamente pilotata a fini strumentali anche sul tema scuola.



Alcuni approfondimenti


Il 18 dicembre 2008 il Consiglio dei Ministri ha emanato lo schema di regolamento recante la “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”, mentre il 16 gennaio è uscita la circolare n. 4 sulle iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado riguardanti l'anno scolastico 2009-2010.

La CGIL ha però deciso di impugnare la circolare n. 4 davanti al TAR del Lazio per illegittimità. Infatti la direttiva è una circolare applicativa di regolamenti che, al momento non esistono, perché devono ancora essere pronunciati i prescritti pareri della Conferenza Unificata e del consiglio di Stato. Siamo alle solite: questo è uno stato di diritto spesso letto al …rovescio!!!

Il regolamento prevede, per le iscrizioni alla classe prima nell’anno scolastico 2009/2010, la seguente articolazione oraria:

24 ore settimanali da svolgersi in orario antimeridiano (es: 4 ore x 6 giorni o 5 ore circa x 5 giorni). La classe è affidata ad un insegnante unico che insegnerà tutte le discipline per 22 ore compresa la lingua inglese se la docente ha partecipato allo specifico corso di formazione, più 2 ore di religione cattolica, senza compresenze;

27 ore settimanali da svolgersi prevalentemente in orario antimeridiano (con la mensa?). La classe è affidata ad un insegnante unico che insegnerà tutte le discipline per 22 ore compresa la lingua inglese se la docente ha partecipato allo specifico corso di formazione, più 2 ore di religione cattolica, senza compresenze. Nelle rimanenti 3 ore non si sa cosa faranno i bambini, né a chi verranno affidati;

30 ore settimanali (27+3 opzionali) con un maestro unico comprensive del tempo mensa. La classe è affidata ad un insegnante unico che insegnerà tutte le discipline per 22 ore compresa la lingua inglese se la docente ha partecipato allo specifico corso di formazione, più 2 ore di religione cattolica, senza compresenze. Ancor di più in questo caso, non si sa cosa faranno i bambini, né a chi verranno affidati nelle rimanenti 3 ore + 3 opzionali. È probabile che su questo modello vadano ad operare soggetti esterni alla scuola (cooperative a pagamento? Con quale qualifica?);

40 ore settimanali con due maestre (Tempo Pieno) senza compresenze. La mancanza delle compresenze determina un impoverimento di questo modello pedagogico-didattico, fiore all’occhiello della scuola pubblica italiana. Rispetto però alle altre opzioni è l’unica da prendere in considerazione perché la presenza di due docenti permette ad essi di approfondire la conoscenza disciplinare, di confrontarsi sulle dinamiche della classe e ai genitori di rapportarsi con più punti di vista. Opportunità impossibili con la maestra unica tuttologa.

Inoltre i tempi distesi del Tempo Pieno permettono:

- di rispettare i tempi di apprendimento delle bambine e dei bambini, nulla viene fatto di corsa o in modo superficiale;

- di dedicare attenzione ai bambini in difficoltà di apprendimento affinché tutti giungano agli stessi traguardi;

- di svolgere attività di laboratorio.


La riduzione del tempo scuola, la cancellazione delle compresenze, il ritorno del voto in condotta, l’istituzione delle classi ponte, l’essenzializzazione dei programmi di studio, i tagli dei finanziamenti e la riduzione degli organici determinano l’impoverimento culturale della scuola pubblica statale


a cura di Scuola e Diritti

(da 'l Gazetin, gennaio-febbraio 2009)


Articoli correlati

  Scuola e diritti di Valtellina per la scuola pubblica
  L'Ipotesi di Piero Calamandrei. (Come annientare la scuola pubblica...)
  “Riforma” Gelmini. Alcune iniziative sul territorio provinciale di Sondrio
  Per la Scuola della Repubblica/CGD. La Gelimini ci riprova?
  Simona Borgatti. La scuola fané di Mariastella Gelmini
  Referendum contro il Decreto 137 della Gelmini? SI! Avanti tutta...
  Donatella Poretti. Scuola: voto all'ora di religione?
  Angelo Saracini, Davide Dodesini, Sindacati. La Scuola Italiana di Atene chiude?
  “Si tagliano le gambe alle generazioni future”. Alessandra Borsetti Venier intervista Vittoria Franco
  La coperta è diventata una sciarpa e il gatto è morto mordendosi la coda
  Rosangela Pesenti. La scuola pubblica è uno dei fondamenti della democrazia
  Patrizia Garofalo. Sulle facoltà “amene” di Mariastella Gelmini
  Gaetano Barbella: Grembiuli a scuola grembiuli nella massoneria
  Giovanni Sabbatucci: Sulla breccia di Porta Pia. E rovelli di un docente sui programmi di italiano storia da insegnare
  Simona Borgatti. La futura scuola pubblica federale
  Redazione Tellusfolio-Scuola e Nadia: "Basta leggi vergognose contro la scuola pubblica"
  Aglaia Viviani: lettera ad Alessandra Borsetti Venier sull'intervista a Vittoria Franco
  Marina Pensa. Diritti di carta e Diritti reali
  Silvia Minardi. Perché non risparmiamo sui caccia bombardieri, anziché sulla scuola?
  Angela Nava. La scuola che perde la memoria, perde se stessa
  Maria Lanciotti: la vergognosa controriforma di Mariastella Gelmini
  Valter Vecellio. Governo: confusionari, pasticcioni, pericolosi
  Aldo Martorano. Quattro domande al ministro Gelmini
  Davide Dodesini. Collasso dell'Italia. Colpa della scuola!
  Barbara Pojaghi, Preside di Scienze della Comunicazione scrive ai suoi ragazzi
  Anna Lanzetta: Il ruvido peso delle parole nel linguaggio di Mariastella Gelmini
  Ecumenici. Una mozione anche a difesa della laicità della scuola
  PD / Giulia Innocenzi. “No al referendum. Sì a Ddl che elimini sprechi dell'università”
  Scuola e Diritti. Riforma Gelmini (D.l. 137): dallo spezzatino della Moratti ora siamo alla... “frutta”
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy