Oggi nella commissione Sanità del Senato, dove la seduta era secretata... cos'è successo?
Ha dell’incredibile la decisione del relatore Raffaele Calabrò (foto) di inserire all’articolo 2 del testo base sul testamento biologico il divieto dell’eutanasia e del suicidio assistito, dopo che la commissione Sanità non aveva abbinato al dibattito il ddl dei senatori radicali che disciplinava sia il testamento biologico che l’eutanasia. All’epoca venne argomentato che il ddl era stato assegnato alle due commissioni congiunte Sanità e Giustizia, oggi ci si arrampica sugli specchi!
La commissione Sanità può esaminare, discutere, votare il divieto di eutanasia, mentre per regolamentarla avremmo bisogno del supporto della commissione Giustizia!
Un dettaglio grottesco di una vicenda preoccupante che non parte nel migliore dei modi. Nonostante le rassicuranti parole del relatore Calabrò che auspica un confronto costruttivo, viene presentata una legge che introduce principi e concetti teocratici, in direzione opposta alla Costituzione. Il testo base nell’articolo 1 sancisce che «la Repubblica riconosce il diritto alla vita inviolabile e indisponibile»: un testo che non vuole normare e disciplinare il testamento biologico e quindi la possibilità per un paziente di esprimere le proprie volontà di trattamenti, ma una legge dove non è il paziente ad avere l’ultima parola su sé stesso ma il medico, che dovrà anch’esso seguire questi principi dello Stato teocratico.
Sen. Donatella Poretti
parlamentare Radicali - Partito Democratico,
membro della direzione dell'associazione Luca Coscioni