Alla vigilia della Giornata della Memoria, leggo che a Lucca è vietato aprire ristoranti etnici.
«Il nuovo regolamento comunale per bar locali e ristoranti - licenziato in consiglio comunale giovedì scorso - infatti prevede che, nel centro storico del capoluogo toscano “al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo non è ammessa l’attivazione di esercizi di somministrazione, la cui attività svolta sia riconducibile ad etnie diverse”. E la norma vale anche in caso di subentro. Tra le prime ‘vittime’ ovviamente i venditori di kebab, ma di fatto, la regola si può applicare anche ad altre cucine, come quella messicana, indiana o francese».
E torniamo alla Memoria: gli Ebrei, gli Slavi e i Polacchi, i Rom, gli omosessuali, i dissidenti tedeschi, i comunisti, i testimoni di Geova, i Pentecostali e sicuramente ne scordo qualcuno, minacciavano il mondo a partire da quello tedesco e morirono a milioni: era necessario ampliare il territorio nazionale, necessario allargare il Lebensraum, lo spazio vitale.
Il 27 gennaio le Istituzioni in Italia hanno creato una ricorrenza detta Giornata della Memoria, istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, aderendo all’internalizzazione della commemorazione delle vittime del nazismo, del fascismo e dell’Olocausto e di tutti coloro che hanno messo a rischio la stessa propria esistenza per salvare gli oppressi e i perseguitati. La data fu scelta ricordando quel giorno come il giorno dell’Abbattimento dei cancelli di Auschwitz.
I fatti raccontano pure che i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi, come quello di Chelmno e Belzec, detti di “annientamento”.
E allora mi appare ancora un delirio da svegli, questo tempo della Memoria e queste Giornate, dedicate ora alla mamma, ai fidanzati, ai morti sul lavoro, alla Liberazione, alle Foibe, ai nonni, alle donne, alle vittime della violenza, ai diritti umani…
Donne uomini e bambini vengono uccisi, oggi, in ogni angolo di mondo.
La loro esistenza è una minaccia e vale uno sterminio, scegliendo ora una casa e una strada e domani un’altra.
Febbrilmente si costruiscono muri e fili spinati e cancelli che contengano donne e uomini e bambini.
E il Giornalismo illuminato e nazionale, come quello della Rai Tg1, nella domenica precedente alla Memoria, non ha trovato di meglio che creare un sondaggio per i lettori del web, che questo: «Secondo voi chi ha violato il diritto internazionale nella guerra a Gaza?
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Israele, con le bombe al fosforo in centri urbani
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Hamas usando civili, donne e bambini, come scudi umani
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Tutti e due i contendenti
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Nessuno dei due».
Diceva Tiziano Terzani, poco prima di morire e ne era perfettamente consapevole, che nel giornalismo non si è mai obiettivi… la verità e aldilà dei Fatti e al giornalismo non interessa, invitando tutte tutti ad andare più vicino e rinunciare a quella “pernacchia” di notizia di pochi secondi.
Dicono che entrare nel Lager, averci fatto vedere le immagini, sentire e leggere le testimonianze di chi ci ha vissuto, fa capire la disumanizzazione di quel sistema della Fabbrica di morte e ci fa bene ricordare, per la Pace nel mondo.
Forse l’unica che vorrebbe morire qui in Italia, almeno per quanto è noto, è Eluana Englaro e forse potrà farlo.
Come forfora caduta sulle spalle, ci chiedono di dare una scrollatina e varrebbe la pena ricordare che all’entrata del campo di concentramento c’era scritta la più grande menzogna della storia: “Il lavoro nobilita l’uomo”.
E il lavoro si svolgeva a coppie nei campi di concentramento-lavoro, trasportando cataste di legna, massi e altro e l’unica atroce scelta era quella di trovare un compagno forte e robusto. E la selezione si perpetuava ad opera degli oppressi stessi proprio come gli oppressori volevano, nella tragica alleanza contro i più deboli.
E noi leggiamo, vediamo, ascoltiamo le notizie, televisioni e giornali ripetono per le piccole violenze nostrane “LE NOTTI SI CARICANO DI PAURE E RABBIA”.
Una maggioranza silenziosa ha sempre permesso che una minoranza dirigesse il suo sguardo e la sua mente, lontano dai misfatti e accompagnando la MEMORIA di quella Storia non scritta da noi. Aprite le gabbie.
Doriana Goracci