Il video comincia bene: si vedono dei piccoli macachi che giocano tra i rami di un albero sotto l'occhio attento della mamma, che le si appendono al collo, che si guardano attorno felici in una radura della foresta...
Poi però l'immagine cambia e si vede un piccolino, chiuso in un sacco a rete che guarda la telecamera con occhi impauriti ed increduli, con le manine che tentano di spingere via quel telo che lo avvolge, e che significherà la sua morte.
Si tratta di un video, frutto di una investigazione sotto copertura, realizzato dalla BUAV (British Union for the Abolition of Vivisection) sulla tratta delle scimmie dalle foreste vergini della Cambogia in cui vivono verso i laboratori di vivisezione di tutto il mondo. Il video si può vedere qui.
Il video mostra le fasi della cattura, dove i cacciatori si avvicinano con le barche e battono i rami degli alberi con i remi per spaventarle e convogliarle verso le reti che hanno steso nell'acqua. Si tratta di piccoli, strappati alle loro madri, che quando cercano di sfuggire alla cattura vengono brutalmente afferrati per la coda, immersi più volte nell'acqua, e poi chiusi in un sacchetto di rete e sbattuti dentro una cassa sulla barca. Questo trattamento violento, inflitto oltretutto ad animali selvatici, dimostra il totale disprezzo verso queste scimmie molto intelligenti e dal comportamento sociale assai sviluppato. Quando i cacciatori ritornano al villaggio entrano in scena i trafficanti che comprano la “merce” per cifre variabili tra i 50 e i 125 dollari. Gli animali restano chiusi per alcuni giorni nelle case di questi intermediari prima di finire negli allevamenti, dove vengono finalmente tolti dai sacchi per essere però rinchiusi nelle gabbie.
In questi allevamenti le scimmie sono tenute in condizioni pessime (e sarebbe illusorio aspettarsi il contrario): chiuse in gabbie singole, o in piccoli gruppi in gabbie nude e spoglie.
I metodi di cattura e di detenzione contrastano palesemente le linee guida della Società Internazionale di Primatologia, anche se comunque nessun metodo di cattura e detenzione si può definire “accettabile”: non devono esistere catture, né allevamenti, punto e basta.
Stando ai dati CITES, solo nel 2006 la Cambogia ha esportato 6.000 scimmie in Cina e circa 2.500 negli USA, pochi mesi fa 52 scimmie sono giunte in Francia dall'allevamento (Vanny Bio-Research) oggetto dell'indagine. I trattati CITES regolano il trattamento e il commercio delle specie in vie di estinzione e queste scimmie sono classificate come a rischio di estinzione e “vulnerabili”.
Questa indagine ha dimostrato come la sofferenza cui sono sottoposti questi animali comincia dalla cattura, prosegue nelle aziende di allevamento, per finire poi nei laboratori di vivisezione (USA ed Europa comprese) dove questi animali trovano la morte in atroci ed assolutamente inutili esperimenti sulle malattie degenerative, in campo psichiatrico, negli studi sull'AIDS, ecc.
È importante che l'opinione pubblica e i politici siano consci del quadro complessivo degli abusi cui sono sottoposti questi animali, specialmente ora che l'Unione Europea si appresta a rivedere la direttiva sulla sperimentazione animale.
LEAL Sezione di Sondrio
(per 'l Gazetin, gennaio 2009)
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