È buona notizia di qualche giorno fa che il Kennel Club britannico, ente che stabilisce e regolamenta gli standard di riferimento sulle razze canine anglosassoni, ha approvato una radicale inversione di tendenza rispetto ad esagerazioni e forzature somatiche di alcune razze, che risultano sofferenti da tali veri e propri handicap portati all’estremo dalla selezione, nell’inseguimento di trend estetici (e quindi di mercato) noncuranti, finora, della salute dell’animale.
È emblematico il caso, dibattutissimo oltremanica, del bulldog, vero e proprio simbolo nazionale inglese, che ha ormai teste troppo grosse che determinano seri problemi per le madri al momento del parto, zampe anteriori talmente arcuate da comportare rischi articolari, musi sempre più schiacciati che implicano serie difficoltà respiratorie. Le nuove norme stabiliscono che il suo aspetto classico verrà radicalmente trasformato. Il bulldog del futuro dovrà avere muso più asciutto, naso meno pronunciato, gambe più lunghe e corpo più magro, diventando più simile, per rendere l’idea, ad un boxer.
Anche in Italia qualcosa si inizia a muovere. Il Comitato bioetico per la veterinaria, che recentemente ha celebrato il proprio decennale, ha posto l’accento proprio su quello che viene considerato come un vero e proprio “maltrattamento genetico” di alcune razze canine, in un documento dal quale io e il sen. Marco Perduca abbiamo preso spunto per rivolgere un’interrogazione ai ministri del Lavoro, Salute e Politiche sociali e dell’Agricoltura.
Ora speriamo che, dato l’importante esempio britannico, anche qui da noi la sottosegretaria Francesca Martini, i ministeri e l’Enci, vogliano al più presto darsi da fare per tutelare la salute genetica dei nostri amici di razza a quattro zampe.
Sen. Donatella Poretti
parlamentare radicale - PD
Qui il testo dell’interrogazione