Molte persone, forse troppe, riguardo alla tragedia di Gaza hanno parlato di legittima difesa. Alcuni hanno fatto notare la sproporzione tra i mezzi usati per la difesa, e l'offesa; ed è giustissimo. È evidente però che pochi conoscono bene la norma morale della legittima difesa; norma che consente di ricorrere ad un mezzo cattivo per raggiungere un fine buono.
Nel caso specifico: il massiccio attacco militare israeliano nella striscia di Gaza costituisce il mezzo cattivo; impedire ai palestinesi di lanciare razzi sulle città d'Israele, costituisce il fine buono. Si ignora però che il ricorso alla legittima difesa deve essere strettamente necessario; vale a dire che si può ricorrere al mezzo cattivo, qualora non esista nessun mezzo buono per parare l'offesa. Quindi, tutti coloro che hanno giustificato l'azione israeliana, appellandosi alla legittima difesa, devono dimostrare che Israele non aveva nessun altro mezzo pacifico a disposizione per persuadere Hamas a smettere di lanciare razzi.
È superfluo poi ricordare che il mezzo cattivo necessario va rivolto esclusivamente contro l'ingiusto aggressore e non contro innocenti. Altrimenti anche Hamas potrebbe parlare di legittima difesa, poiché difende la popolazione palestinese dall'oppressione israeliana. Ma il mezzo cattivo cui sarebbe costretto a ricorrere non è rivolto contro l'ingiusto aggressore, vale a dire verso i militari israeliani che costringono i palestinesi ad una vita inumana, ma contro civili innocenti.
Renato Pierri