Da Cuba arrivano voci di un aggravamento delle condizioni di Fidel Castro, e la comunità di esuli a Miami si sta già preparando ai festeggiamenti in caso di morte del Lider Maximo. Festa sì, ma non eccessiva, scrive oggi il Miami Herald, che raccoglie spesso gli umori della comunità cubana di dissidenti al regime castrista. In queste ore di macabri preparativi per l’eventuale scomparsa di Castro, è stato infatti deciso di non confluire tutti nello stadio Orange Bowl. Questo perché non sarebbe garantito un dispiegamento di polizia tale da fare in modo che non avvengano incidenti. L’Orange Stadium è il luogo pensato da due anni a questa parte, ossia da quando Fidel Castro è uscito dalla scena politica per problemi di salute, come sede dei festeggiamenti del “giorno dopo” da parte della comunità cubana a Miami. Il consiglio dei leader della comunità è quindi quello di festeggiare liberamente, ma nelle strade, sotto casa, senza un evento organizzato.
Democracy now, l’associazione di esuli cubani a Miami guidati da Ramon Raul Sanchez, ha già avuto un incontro con la polizia per definire in linea di massima il comportamento della comunità all’eventuale notizia della morte di Castro. Giungono intanto continue conferme sul peggioramento delle condizioni di salute del presidente cubano. Il quotidiano spagnolo El Pais parla di un “attacco cardiaco” e di “movimenti” delle forze armate cubane, in stato di allerta per una improvvisa notizia che potrebbe sconvolgere l’ordine dell’isola sotto regime. Un sito spagnolo specializzato in notizie dai Caraibi, cubaencontro, parla di condizioni “irreversibili” del Lider Maximo.
Da Cuba intanto non arriva nessun commento dai media sui rumors internazionali in merito alla salute di Castro. Li ignora il Granma, il giornale del governo, e anche Junventud Rebelde, l’altro quotidiano filocastrista più proiettato sui giovani, non fa cenno alle voci che si rincorrono su Castro. Il servizio principale parla invece diffusamente delle manifestazioni all’università dell’Havana in appoggio al popolo palestinese. A Miami non tutti i cubani sono però convinti che il Lider Maximo sia davvero in fin di vita. «Dobbiamo aspettare e vedere», commenta Jaime Suchlicki, direttore dell’Institute for Cuban and Cuban-American Studies. «Quando vedremo i militari in forze nelle strade e sentiremo musiche di funerale, allora sapremo che qualcosa è accaduto». (Emanuela Fontana)
Da il Giornale.it, 15/01/2009
Pubblico la nota che potete leggere sopra, ma sia chiaro che non condivido le manifestazioni di giubilo alla morte di un uomo. Castro ha commesso tanti errori e non ha realizzato la Rivoluzione che tutti noi avremmo sperato, ma il suo governo non ha prodotto soltanto cose negative e non possiamo trattare un uomo del suo spessore internazionale alla stregua di Stalin o di Hitler.
Aggiungo che non avrei applaudito, a suo tempo, neppure la fucilazione di Mussolini e su questo punto condivido la posizione espressa dal bel film di Carlo Lizzani (Mussolini ultimo atto - 1974).
Comprendo i motivi di risentimento della comunità di Miami, ma non mi assocerò al loro giubilo. La mia lotta per una Cuba migliore non passa attraverso manifestazioni violente, di nessun tipo.
Gordiano Lupi