Il presidente venezuelano ha detto che il dittatore cubano non comparirà più in pubblico. Da questa esternazione del funambolico Chávez, alcuni commentatori dell’esilio cubano hanno dedotto che Fidel soffrirebbe di un aggravamento delle condizioni di salute, mentre altri si sono spinti a dire che la sua fine sarebbe prossima. Chávez ci ha abituati a colorite interpretazioni della realtà e a discorsi grondanti retorica, ma questa volta ha soltanto affermato che non vedremo più il Fidel che siamo abituati a conoscere. Tutto qui. E infatti da un po’ di tempo non leggiamo una sua riflessione e non lo vediamo comparire in pubblico, neppure per ricevere un capo di Stato straniero.
Il discorso di Chávez si fa sibillino quando diventa una sorta di elogio funebre. «Fidel sarà ricordato come un idolo rivoluzionario. Quel Fidel che di buon mattino percorreva strade e paesi vestito in uniforme e abbracciando la gente, non tornerà» ha detto durante la trasmissione televisiva “Aló Presidente”. «Fidel vivrà oltre la vita fisica» ha aggiunto.
Fidel è stato visto in pubblico per l’ultima volta il 26 luglio 2006, cinque giorni prima di sottoporsi a un’operazione chirurgica intestinale e di cedere il potere al fratello Raúl.
Chávez - che sostiene di traghettare il Venezuela verso il socialismo - ha ricordato la sua ultima occasione pubblica a fianco di Castro, durante un viaggio in Argentina, nel luglio 2006.
«Mi accompagnò alla porta dell’aereo e ci abbracciammo. Non avrei mai pensato, Dio mio, che sarebbe stata l’ultima volta» ha concluso.
Molti passi del discorso di Chávez possono far pensare a un’anticipazione dell’addio, a una confidenza terminale che solo un grande amico in posizione privilegiata può aver ottenuto.
Resta il fatto che un’eventuale scomparsa di Fidel Castro non cambierebbe i giochi di potere all’interno di una Cuba saldamente nelle mani del fratello Raúl, ma soprattutto governata da un partito comunista che non pare dare segni di cedimento. Morirebbe un simbolo della Rivoluzione Cubana, una figura importante che ha segnato il nostro secolo, ma la transizione al socialismo di mercato di stampo cinese è già pronta da tempo. Diritti umani, libertà individuali e aperture economiche capaci di garantire il sostentamento della popolazione, invece, pare che siano ancora una chimera. Cuba è in balia dei problemi di sempre, ma certe mancanze sono alla base di un potere dittatoriale che si regge su paura e miseria. Difficile prevedere un futuro sereno per i poveri cubani, con o senza Castro fa poca differenza…
Gordiano Lupi