Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella (foto) sostiene che la comunità deve fare di tutto per tenere in vita le persone in tutti i modi possibili. Traduzione: sì all'accanimento terapeutico, sempre e a prescindere dalla volontà del malato, che viene subordinata a di una imprecisata “collettività” che non si sa per quale ragione l'onorevole Roccella è sicura di interpretare, a dispetto di tutti i sondaggi demoscopici, che certificano come la sua posizione di corifea vaticana sia minoritaria nella società italiana.
Non paga di inanellare un'incredibile serie di affermazioni che rivelano una visione e una concezione fondamentalista, parla di «ferma opposizione alla selezione genetica perché la società sarebbe costretta a sopportare costi economici troppo elevati». Introduce un argomento che nessuno ha mai introdotto, e così facendo attribuisce ad altri volontà che nessuno ha mai espresso.
L'onorevole Roccella a questo punto sia coerente con quanto dice di credere, e proponga la modifica dell'articolo 32 della Costituzione laddove si sancisce che «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
I costituenti, nella loro saggezza, hanno prescritto che la vita umana in quanto tale è libera e che la volontà del paziente è preminente e va sempre garantita e tutelata.
Il paese attende da troppo tempo una buona legge sul testamento biologico, una legge cioè ispirata a criteri diversi da quelli espressi dalla maggioranza del PdL e auspicata dall'onorevole Roccella. Una legge che, ripeto, difenda innanzitutto la volontà del paziente. Il resto sono solo speculazioni odiose e penose. Ribadisco: SÌ al diritto di poter scegliere come vivere e come morire. E dunque SÌ a una indagine parlamentare sul fenomeno dell'eutanasia clandestina; SÌ a una legge sull'eutanasia.
Maria Antonietta Farina Coscioni
(da Notizie radicali, 5 gennaio 2009)