In qualunque paese normale la vicenda di Alitalia avrebbe già aperto una crisi di Governo. Scoprire a cose concluse che la maggioranza di governo e in testa Berlusconi hanno perseguito una soluzione che è finita con il costare agli italiani 4 miliardi di euro in più rispetto alla soluzione precedente, meriterebbe dalla politica qualche sussulto di dignità al di là dei saggi e documentati pareri degli esperti.
In questa vicenda pagano solo i contribuenti e i lavoratori, mentre ci guadagnano tutti gli altri. In primo luogo Air France, che entra in Alitalia ad un costo molto inferiore a prima, e nonostante non la si volesse neppure come partner.
Ci guadagna grosso il signor Toto padrone di Air One pieno di debiti, con una valutazione impropria di Air One pari a due terzi di Alitalia, debiti oggi coperti dallo Stato.
E ci guadagna bene anche Banca Intesa, regista dell’operazione, che è rientrata cosi dai debiti che Air One rischiava di lasciargli sul gobbo.
Su Malpensa poco da aggiungere: se si vogliono salvare i 900 posti di lavoro di SEA, oggi assolutamente a rischio, bisogna aprire lo scalo ad altri vettori, così come avrebbe dovuto fare il presidente leghista di SEA, già molti mesi fa, per rompere il monopolio di Alitalia, che ha portata a picco Malpensa.
Roberto Biscardini
segreteria nazionale del Partito Socialista