La conoscenza con Giulio Perrone risale ad alcuni anni fa, in occasione del Concorso “E il naufragar m’è dolce in questa radio”, iniziativa che aveva curato e alla quale avevo aderito come poetessa con piena soddisfazione. Infatti ho visto pubblicato un mio componimento nello stesso volume con autori di grande spessore come Alda Merini, Silvio Ramat e altri. Già in diverse occasioni ho avuto modo di esprimere il mio dissenso sui Concorsi a pagamento, sul sistema editoriale che spesso sfrutta chi vuole pubblicare ecc.; cerco quindi di promuovere le iniziative che reputo serie. Quando la scorsa estate Giulio era alla ricerca di collaboratori, memore dell’ottima esperienza editoriale, gli ho offerto il mio contributo. Abbiamo subito progettato la selezione per l’antologia Poeti lombardi, da realizzare senza tasse di lettura o quote di partecipazione.
Per farvi conoscere meglio questo editore, che tra l’altro ha pubblicato il primo libro di Franco Alvisi, il poeta del “Grande Fratello” 6, ho pensato proporgli un’intervista, che ha accettato con solerzia e disponibilità.
Com’è nato il suo interesse per l’editoria?
«Il mondo dell’editoria è fatto di contatti e di incontri. Nel mio caso è stato decisivo (o forse sarebbe più giusto dire fatale) quello con il critico e giornalista Walter Mauro, che aveva già mietuto vittime illustri come Marco Lodoli ed Edoardo Albinati. Poi quello con Mariacarmela Leto che è sicuramente stata insieme a me l’anima di questo progetto editoriale che portiamo avanti con coraggio e passione, le due caratteristiche centrali per chi voglia affacciarsi a questa professione».
La sua casa editrice è piuttosto “giovane”. Di quali pubblicazioni si occupa? Di che collaborazioni si avvale?
«Effettivamente abbiamo compiuto un anno il 18 marzo 2006, data che abbiamo festeggiato con un grande evento e con la presentazione del volume Rosso di Cinzia Tani che apre la collana “Racconti d’autore”, vero e proprio gioiello nato per portare alla luce opere meno note di grandissimi scrittori contemporanei. Riguardo la seconda domanda, ci occupiamo quasi esclusivamente di narrativa, con qualche eccezione legata alla poesia e alla saggistica. Riguardo i collaboratori, a parte il nostro staff operativo, che comprende la nostra segretaria di redazione, Giulia Iannucci e il nostro ufficio stampa, Stefania Leo, abbiamo diverse persone che curano eventi e un ampio comitato di lettura. Poi quasi ogni collana ha un suo direttore, perché volevamo che il lavoro di selezione fosse affidato a dei grandi professionisti».
Cosa ne pensa del sistema editoriale italiano in merito agli esordienti?
«Che è sbagliato in tutti i sensi. Mi spiego. Da una parte ci sono una gran massa di editori disposti a pubblicare anche una “lista della spesa” per soldi, dall’altra autori che vorrebbero pubblicare a tutti i costi anche la propria “lista della spesa”. Questo porta alla nascita di una miriade di editori-tipografi, al proliferare di libri inutili (con conseguente spreco di carta...) e all’aumentare spasmodico di autori-non lettori. Questi ultimi sono un vero dramma perché credono di essere intellettuali e non si abbassano a leggere commettendo un enorme errore. Il mio personale consiglio è anzitutto di leggere moltissimo, soprattutto i contemporanei, poi di cercare di rendersi conto se c’è del talento. Come? Frequentando laboratori di scrittura (gestiti da professionisti o da case editrici serie) oppure, ancora meglio, trovando un buon editor che gli dia i consigli giusti e gli permetta di produrre un testo interessante. Questi sono soldi spesi bene e non quelli buttati per pubblicarsi il librettino che, badate bene, nessun giornalista, critico o addetto ai lavori prenderà mai in considerazione».
Che tipo di iter devono fare gli autori interessati a pubblicare con la sua casa editrice?
«Da sempre abbiamo deciso di fare dello scouting e della ricerca di nuovi talenti un nostro obiettivo. Pubblicandone però molto pochi e di estrema qualità. Di solito le segnalazioni arrivano dai nostri editor oppure dai direttori di collane o da scrittori importanti di cui ci fidiamo. Tuttavia realizziamo anche diversi premi letterari proprio per mettere a tutti di avere la propria chance di mettersi in evidenza».
Tra gli scrittori che la sua casa editrice ha pubblicato c’è Franco Alvisi, ormai noto come il poeta del “Grande Fratello” 6. Come è avvenuta la conoscenza? Che ne pensa di questo poeta?
«Franco è, a mio parere, un grandissimo poeta che ha avuto la fortuna (sfortuna sul piano critico-letterario) di trovarsi in tv. Quando l’ho conosciuto più di un anno fa non ho avuto dubbi ad investire sul suo talento e la cosa ci ha ripagato. Anche prima del “Grande Fratello”, visto che nel 2005, per esempio, è stato finalista al Premio “Alfonso Gatto”, che è uno dei tre più importanti in Italia».
L’antologia Poeti lombardi è una nuova raccolta di autori della Lombardia. Com’è nata l’idea di realizzare pubblicazioni che coinvolgono scrittori di una certa zona d’Italia?
«I progetti antologici hanno, secondo me, una grande valenza (tanto che vi abbiamo dedicato un’intera collana) perché permettono anzitutto agli autori “emergenti” di farsi conoscere e poi perché favoriscono il confronto tra di loro. Difatti quando si ha tra le mani un’antologia con un proprio lavoro inserito, si dovrà per forza leggere anche gli altri. E questo è già un grande risultato. Riguardo il criterio geografico, avevamo iniziato con Roma e poi fatto progetti simili anche nella zona del Golfo di Gaeta e di Macerata. Erano progetti andati molto bene così abbiamo pensato di replicare la cosa anche in Lombardia e Sicilia, cioè ai due estremi dello stivale. Crediamo infatti che sia un esperimento interessante per rintracciare in qualche modo denominatori comuni a livello culturale ed espressivo e per esaltare le “diversità” tradizionali positive».
Quali altri progetti ha in cantiere a breve termine?
«In realtà ce ne sono molti per il 2006 e soprattutto per il piano editoriale 2007 che è quasi pronto e ricco di belle sorprese. Tuttavia mi sembra doveroso spendere due parole per un volume, L’arcano fascino dell’amore tradito (a cura di Fabrizio Cavallaro), che si configura come un doveroso e sentito tributo a Dario Bellezza, sicuramente uno dei maggiori poeti del secondo Novecento. Un progetto cui hanno aderito con entusiasmo poeti, scrittori e giornalisti eccezionali, da Valerio Magrelli a Biancamaria Frabotta, a Gabriella Sica, fino a Renato Minore e Gianni D’Elia. Credo si tratti di un libro importante che aiuta a comprendere la personalità e l’estro di un grande intellettuale italiano».
Paola Mara De Maestri paolamara@fastwebnet.it
(dalla “Bottega letteraria” n. 26 – 'l Gazetin, maggio 2006)
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