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Caso Englaro: Viale smaschera il prof. Dolce e i firmatari dell’appello contro Eluana
28 Dicembre 2008
 

Silvio Viale, medico, dirigente radicale, interviene sulle affermazioni del Prof. Giuliano Dolce (qui, ndr) e sull’appello di oltre 250 medici (L’Avvenire, 26/12/2008) contro Eluana, ribadendo che «la maggioranza dei medici d’Italia sono con la mano che staccherà il sondino».

 

Silvio Viale ha diffuso la seguente nota:

 

Prima di tutto c’è da chiedersi perché il Prof. Giuliano Dolce, che ha visitato Eluana il 18 gennaio scorso, abbia atteso così tanto per illuminarci sulle sue scoperte – forse, deontologia a comando? – ma è nel merito di due sue rivelazioni che voglio replicare. La prima è che Eluana abbia i riflessi della deglutizione e della tosse, riflessi appunto. Tralasciando quello della tosse, da considerare irrilevante visto che Eluana respira spontaneamente, a conferma che il centro della respirazione non è leso, occorre chiedersi se una residua capacità deglutitoria sia sufficiente alla nutrizione di Eluana. Perché, in tal caso, le suore e i medici della Clinica, che non se ne sono mai accorti, potrebbero essere accusati di malpractice. Perché tale sarebbe la somministrazione di preparati farmacologici con un sondino per 12-14 ore al dì, quando la paziente potrebbe essere alimentata e bere con un cucchiaino. Evidentemente non è così. Il Prof Dolce sa bene che Eluana non può masticare e che nemmeno un ingozzamento continuo con un cucchiaino, 24 ore su 24, di preparati farmacologici potrebbe sostituire il sondino. Ma perché, allora, fa intendere oggi quelle balle che non ebbe il coraggio di rivelare allora?

La seconda questione è quella della ripresa del flusso mestruale, che il Prof. Dolce deve considerare alla stregua di un’attività volontaria, e non la ripresa di un riflesso ormonale con la conseguente stimolazione della mucosa endometriale. Anche qua il Prof. Dolce ben si guardò dal considerare il ritorno dell’emorragia mestruale come il segnale di una ripresa minima dello stato di coscienza, che l’avrebbe esposto al ridicolo, e non cerco minimamente di far cambiare opinione ai medici della Clinica, quando decisero di non procedere ad alcun trattamento per una seria emorragia ginecologica. Non mi risulta che in quella occasione abbia suggerito alcuna terapia farmacologica, alcun raschiamento emostatico o alcuna trasfusione.

Insomma. Non so quale codice deontologico abbia tra le mani, ma è chiaro che, se il Prof. Dolce avesse ritenuto sbagliata la diagnosi di “stato vegetativo”, avrebbe dovuto dirlo da tempo, ma non l’ha fatto. Purtroppo la questione, indipendentemente dalle disquisizioni in punta di accademia, è che Eluana è in uno stato irreversibile ed è assistita con terapie che non avrebbe mai voluto. Eluana ha il diritto di rifiutare le terapie nutrizionali, come fece Giovanni Paolo II. In quell’occasione nessun medico cattolico disse che «per agire in modo deontologicamente e scientificamente corretto» il medico avrebbe «dovuto intervenire somministrando liquidi ed elementi nutritivi e non nascondendo la sofferenza stessa con sedativi, antidolorifici e altri farmaci». Nessun medico cattolico osò firmare un appello come questo contro Giovanni Paolo II, mentre ora in 250 non esitano a farlo contro Eluana. Nessuno impose il sondino a Giovanni Paolo II per «non nascondere la sofferenza stessa con sedativi e altri farmaci». Qualcuno mi dirà che Giovanni Paolo II era cosciente, mentre Eluana non lo è, non curante della contraddizione. Ma allora a chi chiede il consenso per le sue terapie il Prof Dolce? Ai pazienti in stato vegetativo? No di certo. Forse ai genitori, ai parenti, al tutore o al curatore? Cioè, nello specifico, ai genitori di Eluana, al tutore di Eluana o al curatore di Eluana. Perché, sarebbe grave se si scoprisse che il Prof Dolce non chiedesse il consenso scritto ai propri pazienti in stato vegetativo, precisando bene possibilità e speranze delle terapie proposte. Perché, sarebbe grave se le persone in stato vegetativo fossero trattate alla stregua di semplici cavie senza diritti.

In attesa di adeguate risposte mi consola constatare che i padri d’Italia sono con Beppino, che le madri d’Italia sono con Saturna e che i medici d’Italia sono con Eluana e con la mano che staccherà il sondino.



Fonte: Radicali.it


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