Elenco dei brani: 1. Poverty And Its Opposite (Henriksen/ Bang/ Kleive) - 05:35; 2. Before And Afterlife (Part 1: David Sylvian - Part 2: Henriksen/ Bang)- 06:43; 3. Migration (Henriksen/ Bang) - 05:41; 4. From Birth (Henriksen/ Bang/ Kleive) - 02:44; 5. Ouija (Henriksen/ Bang/ Honorè) - 02:40; 6. Recording Angel (Henriksen/ Bang) - 06:23; 7. Assembly (Henriksen/ Bang/ Honorè) - 03:55; 8. Loved One (Henriksen/ Bang) - 04:04; 9. The Unremarkable Child (Henriksen/ Bang)- 02:04; 10. Famine's Ghost (Part 1: Henriksen/ Bang/ Honorè/ Brooks - Part 2: Henriksen/ Bang/ Kleive/ Storløkken) – 04:28; 11. Thermal (testi di David Sylvian e musica di Henriksen/ Bang/ Kleive/ Aarset) – 02:27; 12. Sorrow And Its Opposite (Arntsen/ Skeie) – 04:29.
Musicisti: Arve Henriksen (tromba, voce, field recording); Jan Bang (campionamenti live/organo, beats, dittafono, programming, bass line, arrangiamenti); Erik Honorè (sintetizzatori, samples, field recording - brani 3,4,5,7,10); David Sylvian (voce - brani 2-1,11); Audun Kleive (percussioni e batteria - brani 1,10-2,11); Helge Sunde (arrangiamenti archi - brano 2); Eivind Aarset (chitarra elettrica - brani 3, 11); Lars Danielsson (contrabbasso - brano 3); Arnaud Mercier (treatments brano 4); Trio Mediaeval (voci campionate - brano 6); Verene Andronikof (voce - brano 6); Vytas Sondeckis (arrangiamento voce: Verene Andronikof - brano 6); Anna Maria Friman (voce - brano 10-1); Stale Storløkken (sintetizzatori e campionamenti - brano 10-2).
Quarto album a nome di Henriksen, e primo per la E.C.M., sorta di ufficiale investitura a leader carismatico per il giovane trombettista norvegese. Siamo più dalle parti di Jon Hassell che da quelle di Chet Baker, ma, in modi e situazioni estremamente diversi, il carico emozionale e l'uso della voce sono debitori a quelli del grande Chet. Affermazione di non facile verificabilità, data la complessa costruzione del materiale musicale quasi completamente improvvisato in studio e poi pazientemente editato e rimontato digitalmente. Eppure gli unici palpiti palesemente decifrabili in chiave jazzistica sono le note strascicate della tromba, stilisticamente molto lontane da Chet ma così impregnate di pathos da reggere l'intera costruzione dei brani.
Jan Bang e Erik Honorè con campionatori e strumenti elettronici costruiscono paesaggi mutevoli e indefiniti che le voci, a volte naturali a volte filtrate, contribuiscono a rendere struggenti e malinconici. Il risultato complessivo è una musica sfumata, sperimentale, lenta e conturbante, con sprazzi di assoluto lirismo (“Poverty And Its Opposite”), poesia crepuscolare (i brani con la voce di David Sylvian) e guizzi di bellezza improvvisata (“Recording Angel”, “Sorrow”).
Un album da ascoltare e riascoltare per assaporarne gli umori nascosti. Una proposta intelligente e sostanziale, anche se il jazz ne è componente non determinante ne principale.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * * *
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