Del calcio, lo dico subito, non conosco neanche l'ABC. Al più mi capita di guardare alla televisione qualche partita dei Mondiali, che giochi la Nazionale nostra o altrui. Di fumetto nemmeno m'intendo granché. Anche se ci sono (stati, per lo più... perché il genere ultimamente non mi pare sia molto commercializzato) autori che mi prendono talmente da divorare il loro fumetti, potendolo fare, come il cibo quotidiano.
Vi faccio queste confessioni per dirvi degli ultimi due libri che ho letto, entrambi con sommo piacere e soddisfazione. Si tratta di Eravamo in Centomila, dei forbiti Alberto Figliolia, Davide Grassi e Mauro Raimondi, non nuovi – come potrete facilmente scoprire – a queste scritture a tre, di sport e di varia umanità. Se il libro riesce ad appassionare chi di calcio non intende un'acca, potete immaginare cosa e quanto, di interessante e di vera e propria goduria intendo, ci potranno trovare i tifosi: quelli delle squadre in questione (il volume celebra il centenario dei derby delle due squadre milanesi, catalogandoli e analizzandoli uno per uno in efficacissimi quadretti, con curiosità e aneddoti, ritratti dei protagonisti, enciclopedica raccolta di risultati e giocatori di ciascuna partita, commenti dei critici sportivi e via cantando), ma anche – credo proprio di non sbagliare – tutti quelli di questa (come probabilmente di tutte le altre) disciplina sportiva. Personalmente, dopo le prime pagine del libro, mi sono anche divertito a indovinare, alle prime righe di ogni derby raccontato, la sigla che in calce ne identifica il narratore.
Il secondo libro, che ho divorato in una domenica di sano ozio, è l'assai notevole 'album' (per il grande formato che consente al disegnatore l'accostamento e l'incastro efficace delle tavole e al lettore lo stravacamento sul divano senza perdere nulla... dell'azione) Ma l’aria di città di Vincenzo Jannuzzi. L'artista, ma anche lo scrittore perché l'opera è un vero e proprio romanzo (concordo con l'amico-esitimatore del 'fumettaro', Oreste Del Buono), dopo molto peregrinare è approdato in quel di Morbegno e forse v'è, fra i nostri più attenti lettori, chi già ha notato qualche sua illustrazione (siglate Janù), di questi ultimi tempi, sulle pagine del nostro giornale. La storia è un affresco degli anni Settanta e, senza nulla anticipare di vicenda e contenuti per non rovinare il piacere della personale scoperta, lo troverete certamente d'estrema attualità: in pacato ma ragionato controcanto alle celebrazioni, generalmente denigratorie, di '68 e dintorni.
Credo che entrambi i libri potrebbero risultare, ad ogni età, graditi regali di Natale. L'album di Janù – di cui a seguire vi propongo la prefazione, curata da Erveda Sansi – lo potete trovare anche presso la sede del giornale (Morbegno, Via Fontana 11) o richiedere direttamente all'autore (enzo_ianuz@yahoo.it) mentre l'altro – per il quale vi segnalo l'intervista realizzata per Tellusfolio ad uno degli autori mentre il libro era in stampa – penso sia facilmente reperibile in ogni libreria. (Enea Sansi)
Ma l'aria di città. Prefazione
«Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati è un piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista, il cosiddetto moralista»; questo pensiero di Pier Paolo Pasolini, ben si addice all’opera di Vincenzo Jannuzzi, la cui voce stridente nell’industria culturale italiana, indirizza l’attenzione non verso temi e motivi che incoraggiano l’evasione e il disimpegno, ma si distingue quale strumento di riflessione e d’indagine della realtà.
Quasi dimenticato in un paese che pratica un’accurata politica di silenzi ed esclusioni mirati, l’autore-cantastorie dà seguito, in Ma l’aria di città, alle peripezie di Ancillotto, già apparse nell’omonimo romanzo a fumetti per le edizioni Ottaviano nel 1978. Il protagonista, anti-eroe, da un villaggio del profondo sud emigra a Milano, dove i sogni di un futuro più vivibile s’intrecciano con quelli della generazione sovvertitrice degli anni settanta e s’infrangono contro una realtà in cui la realizzazione individuale è soggiogata all’interesse di pochi.
La sequenza delle tavole, il cui ritmo narrativo mai annoia, palesa i paradossi della quotidianità. Il segno sapiente, che fa della cura dei dettagli un’arte, riesce a riunire in sintesi la crudezza dell’esistenza, senza abbellimenti e luoghi comuni, e un raffinato umorismo che non priva il lettore del divertimento. Il taglio ironico e autoironico rompe i veli dell’autocompiacimento, della mitizzazione, degli aggiustamenti, per ripercorrere le contraddizioni dei vissuti personali.
Il tratto, eseguito con una semplice biro, tecnicamente raffinato e complesso, non ha solo la funzione di ricordare, di rielaborare, ma rappresenta uno strumento per combattere un’omologazione funzionale alla brutalità del potere.
Erveda Sansi
Vincenzo Jannuzzi, Ma l'aria di città, HEJ book & look, 2008, pagg. 144, € 25,00 – www.vincenzojannuzzi.it
Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi, Eravamo in Centomila, Fratelli Frilli Editori, 2008, pagg. 192, € 13,50
(da 'l Gazetin, dicembre 2008
la vigilia di Natale nelle edicole
di Valtellina e Valchiavenna)