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Lidia Menapace. Su Fini e l'antisemitismo
18 Dicembre 2008
 

Ieri ho emesso un comunicato stampa (che non so se sia stato raccolto da qualcuno) nel quale dicevo a Fini che la -secondo lui- scarsa reazione del popolo italiano alle leggi razziali non è inesplicabile: Fini mette in disparte proprio il fondamento di quella reticenza o difficoltà o disinteresse, cioè la dittatura; durante il fascismo era davvero pericoloso parlare contro; tutte le dittature portano con sé paura, disinteresse per la cosa pubblica, delazione ecc. ecc. Dunque si ricordi di dire che la causa di fondo fu la dittatura fascista piegata al nazismo in modo assolutamente spregevole. Quanto alla Chiesa si tratta di un problema ben altrimenti grave e grande che il relativo silenzio dei papi contemporanei.

Intanto bisogna ricordare che Pio XI ebbe scontri col fascismo già nel 1929, subito dopo aver firmato il Concordato, sul trattamento della gioventù: la Chiesa voleva sottrarre le giovani generazioni all'indottrinamento fascista e difendere il suo diritto concordatario ad avere organizzazioni giovanili proprie e libere, come l'Azione cattolica giovanile, ci furono anche botte tra giovani cattolici e giovani fascisti.

Il papa Pio XII scrisse una enciclica intitolata: Mit brennender Sorge (“Con bruciante preoccupazione”) appunto contro il nazismo e la scrisse in tedesco sia per limitarne l'efficacia alla sola chiesa di lingua tedesca, sia perchè potesse essere letta anche contro il parere del Fuehrer: denunciava tra l'altro il carattere “pagano” dell'ideologia nazi ecc.

 

Però le colpe del Cristianesimo (e non solo del Cattolicesimo) verso gli Ebrei sono antichissime e sono certo il fondamento storico di tutto l'antisemitismo. Roma antica considerava gli Ebrei palestinesi un nemico politico che si opponeva all'imperialismo romano con il movimento guerrigliero degli Zeloti (che vuol dire pressappoco Hamas), del quale facevano certamente parte anche alcuni degli Apostoli, certo Pietro che girava armato di sica, cioè del corto pugnale del sicario, come si evince dalla narrazione dell'arresto di Gesù da parte dei soldati romani come terrorista o comunque nemico di Roma in quanto accusato (da altri Ebrei collaborazionisti del regime romano) di proporsi come re dei Giudei, cioè con una motivazione esclusivamente politica.

Gli Ebrei non furono mai perseguitati a Roma per motivi religiosi o razziali, Roma era molto tollerante in proposito. Gli Ebrei erano oggetto di curiosità divertita per la loro “fissazione” di avere un solo Dio e per l'uso della circoncisione, lo dice Orazio in una satira nella quale sghignazza affermando: «non vorrai pisciare addosso agli Ebrei “tagliati”? (Vin curtis oppedere Judaeis, forse volendo dire che per essere “corti” rischiavano loro di pisciarsi sui piedi. La persecuzione romana incominciò verso quegli strani “Ebrei” che si rifiutavano di considerare l'imperatore un dio e che si chiamavano Cristiani.

A sua volta il cristianesimo vittorioso (dopo Costantino) incominciò a considerare nemici tutti quelli che non riconoscevano la nuova religione e la Croce issata sulle sue bandiere e in primo luogo quei «perfidi» (così furono definiti gli Ebrei nelle preghiere in uso fino al Vaticano II e oltre, cioè “spergiuri”) che non riconoscevano il Cristianesimo e Gesù come Messia. Furono in seguito fatte anche leggi che escludevano gli Ebrei dal diritto di avere e coltivare terra, sicché per sopravvivere si dedicarono ai commerci e al prestito di denaro, causa di molti pregiudizi e del ritratto tipico dell'Ebreo usuraio e strozzino.

 

Dunque la persecuzione degli Ebrei trovò terreno fertile in una parte del Cattolicesimo e anche nella Chiesa ortodossa dei paesi dell'Europa Orientale, lo dimostrano i periodici “pogrom” contro gli Ebrei, furono discriminati in tutto il territorio cattolico (i ghetti, per esempio a Ferrara, a Roma, a Casale Monferrato e altrove ecc. ecc.).

Ricordo che popolarmente si diceva in dialetto giudé per dire cattivo, che i Trentini dicono gheto per rumore pasticcio disordine e che si inventarono san Simonino, bambino annegato dagli Ebrei secondo una leggenda che è stata riconosciuta infondata dopo il Vaticano II e Simonino cancellato dal novero dei Santi.

Una cosa tremenda tra le tante è che viene detto antisemitismo l'odio il disprezzo la persecuzione degli Ebrei, icona di qualsiasi razzismo, mentre la famiglia semita di gran lunga più numerosa sono gli Arabi, ai quali si fa spesso accusa di essere antisemiti cioè di essere contro se stessi. Sembra che il massimo di laicità, cioè di distinzione tra religione e politica sia davvero necessario per evitare confusioni che hanno portato a tragedie senza risarcimento possibile.

 

Lidia Menapace


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