L'Aifa rimanda per l'ennesima volta la decisione finale sulla pillola abortiva Ru486. A questo punto è chiaro che vi sono pressioni politiche sull'Aifa, un organo che dovrebbe essere meramente tecnico, per impedire la registrazione del farmaco.
La direttiva europea 2001/83/EC (art. 28) prevede che uno Stato membro approvi la richiesta di mutuo riconoscimento entro 120 giorni dalla presentazione (90 giorni per accordarsi con Governo francese e 30 per decidere sul prezzo e l'etichettatura). Ormai è passato più di un anno da quando la domanda di mutuo riconoscimento è stata posta all'Italia che, in violazione della legge europea, continua a non decidere.
A questo punto, vista l'impossibilità per l'Aifa di assolvere alla propria funzione medico-scientifica, è urgente che intervenga l'Unione Europea con la procedura centralizzata di autorizzazione alla commercializzazione. A quel punto saranno le istituzioni europee, di certo meno influenzate dalla politica e dal clericalismo di quelle italiane, a decidere per tutti gli Stati membri, compresa l'Italia.
È triste doversi arrendere, ma purtroppo non abbiamo più fiducia alcuna nelle istituzioni italiane, nessuna esclusa. La politica e le ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche stanno divorando anche quel briciolo di professionalità scientifica che rimaneva in agenzie come l'Aifa.
Ci auguriamo che la ditta produttrice della pillola abortiva, Exelgyn, si faccia subito valere in sede europea, dove ha diritto ad ottenere risposte certe. Per conto nostro, abbiamo incaricato in nostri legali di preparare un ricorso alla Corte europea.
ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori