«Gli elettori sono gli stessi. Ieri votavano per la Democrazia Cristiana, oggi per Berlusconi. È l’Italia che sorride e che crede nell’avvenire dei propri figli» (Gianfranco Rotondi).
Ma come sorrideva la sposina ritratta nel manifesto scelto per la campagna elettorale democristiana del 1963. La DC aveva deciso di affidarsi a un maestro della ricerca motivazionale, l’americano Ernst Dichter, per svecchiare la sua immagine. La bella sposina e il relativo slogan (“La Dc ha vent’anni”) non sortirono però gli effetti sperati. Con il danno – una diminuzione dei consensi del 3,5% – la beffa: i militanti di estrema destra ritoccarono il manifesto e scrissero “‘è ora di fotterla”.
Ma quanto sorrideva il Cavaliere nei manifesti scelti per le sue campagne elettorali. Poteva forse resistere, ora come allora, la contropropaganda del culture jamming di fronte a tanta grazia? “Fermiamo le grandi opere? No, grazie”; “Ci piace la lirica”. “I ‘no global’ al governo? No, grazie”; “Se no le barzellette chi ce le racconta?”. L’anno? Il 2001.
I sorridenti sono gli stessi. Ieri alle spalle della Democrazia Cristiana, oggi alle spalle di Berlusconi.
Massimo Arcangeli