Viaggiare non è solo un modo per allontanarsi dalla solita routine e trovare un po’ di pace, ma il viaggio da solo salutare e di relax, è divenuto nel tempo anche motivo culturale e di socialità. Nell’ultimo decennio “il viaggiare”, soprattutto all’estero, non era più un “lusso” di pochi, ma era entrato a far parte delle consuetudini di parecchi nuclei familiari. Con i vari last minute e low cost, utilizzando internet e prenotando saltando direttamente l’agenzia turistica, tanti si potevano permettere più di una vacanza all’anno, magari più corta di quella classica di “una volta” e ambire a mete paradisiache come le spiagge dei Caraibi. Anche i ragazzi si potevano muovere per un week-end in qualche capitale europea o lavorando all’estero si concedevano qualche rientro in più a casa.
Allo stato attuale tutti dicono che siamo entrati in una crisi senza precedenti, quindi è inevitabile che anche le abitudini in materia di viaggi delle maggior parte delle persone cambi. A dire il vero a me pare che è da qualche anno che la gente senta il vento della crisi. Se ne parlava già della difficoltà a trovare un posto di lavoro, del precariato, del costo della vita troppo caro. Ora sembra che le cose però stiano precipitando. In verità io viaggio parecchio e negli aeroporti, in particolare a ridosso delle festività, ho sempre trovato finora code paurose. Non so, forse la nostra società consumistica, che ci ha abituato troppo bene, incapaci di rinunce, ha portato alcune persone a contrarre debiti pur di non cambiare il proprio stile di vita.
Quest’estate ho notato, mentre cercavo di prenotare un’altra vacanza per agosto, sempre tramite il mio tour operator di fiducia in rete, che il prezzo base del viaggio era “ricaricato” di un bel adeguamento del carburate. Allora ho rinunciato alla consueta settimana “ferragostana”, avendo già goduto il mare caraibico a luglio. Poi però improvvisamente si sono aperti gli orizzonti per il Capodanno e nonostante ad agosto il mese di dicembre sembrasse lontanissimo, io e mio marito non ci siamo lasciati sfuggire il cinquanta per cento di sconto e abbiamo prenotato per fine anno una settimana nell’incantevole Zanzibar. Vedremo le prossime feste, come andranno le cose. Quelli che come me avranno scelto e pagato il viaggio quest’estate sicuramente non mancheranno all’appello.
Ipr Marketing ha realizzato un sondaggio per Il Sole 24 ORE dal quale emerge che due italiani su tre prevedono di mettere al primo posto dei tagli sulle spese i viaggi e le vacanze. Questo cambiamento nei consumi porterà ad alcune immediate conseguenze, che si rifletteranno su tutto il sistema turistico a partire dalle agenzie viaggi, dagli alberghi, dalle compagnie aeree, senza contare tutto l’entourage che ruota attorno al turista nei luoghi di villeggiatura, come il personale che si occupa delle escursioni e dei negozi di souvenir. Ci sono Paesi che basano la propria economia sul turismo, penso ad esempio all’Egitto, ai Caraibi e a tanti altri. Anche la nostra Italia, che comunque con l’era “euro” aveva fatto lievitare i prezzi e già perso l’occasione di incrementare il turismo sulla scia di questo “movimento globale”, risentirà non poco di questa crisi del settore, a meno che si trovi il sistema di investire e si capisca che forse è giunto il momento di cambiare rotta e abbassare non di poco i prezzi. Non c’è un popolo più avvezzo del nostro nell’arte di arrangiarsi e come si sa “la necessità aguzza l’ingegno”.
Paola Mara De Maestri