Dopo il fantasma “eutanasia”, che ha innescato la campagna della CEI sul caso Englaro, ora è il fantasma “matrimonio omo” ad allontanare il Vaticano dal buonsenso e dalla carità cristiana e a fargli assumere una posizione odiosa e incomprensibile come quella di osteggiare la depenalizzazione universale dell’omosessualità, proposta all’ONU dalla Francia con il consenso di tutti i paesi dell’Unione Europea. Per chiarezza nella definizione delle responsabilità, mi sembra impensabile che una tale linea non sia diretta espressione di una decisione di Benedetto XVI, di cui l’arcivescovo Celestino Migliore (foto) è un semplice portavoce.
Mi chiedo se questa è la messa in pratica, all’oggi, delle tanto conclamate e sollecitate “radici cristiane” dell’Europa; mi chiedo perché si dicono cose di cui la Chiesa si dovrà pentire in un futuro, magari non troppo lontano.
Con Vito Mancuso (Corriere della sera di oggi 2 dicembre) mi sembra che «la Chiesa rischia di essere poco cattolica, poco accogliente, non cattolica, cioè non universale, in fin dei conti, poco cristiana».
Ora Noi Siamo Chiesa e, in generale, i cattolici “del dissenso” o “critici” sperano che si esprimano con chiarezza e ad alta voce, individualmente o mediante le tante associazioni, i molti credenti che si trovano a disagio di fronte a questa presa di posizione, che è estranea ad una autentica sensibilità evangelica, oltre che molto dannosa dal punto di vista pastorale.
Vittorio Bellavite
portavoce nazionale di Noi Siamo Chiesa
Il movimento internazionale We Are Church-IMWAC (“Noi Siamo Chiesa”), fondato a Roma nel 1996, è impegnato nel rinnovamento della Chiesa Cattolica sulla base e nello spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con movimenti per la riforma della Chiesa cattolica di orientamento simile.