Dichiarazione della Gioventù Federalista Europa (GFE) inviata ai rappresentanti del Pse in occasione del Consiglio in corso a Madrid
L’evoluzione della politica mondiale apre uno spazio per un’azione più incisiva dell’Unione Europea per gestire il processo di globalizzazione giunto ad un punto di svolta.
La crisi finanziaria che, partita dagli Stati Uniti, ha investito l'Europa ed il mondo intero, è prima di tutto una crisi di fiducia: crolla la fiducia nel mondo della finanza e delle banche, guidato dalla miopia, dalla speculazione e dalla vanità; svanisce la fiducia nella politica e nei governi, incapaci di governare la globalizzazione per il bene dell'intera umanità, termina la fiducia nelle regole internazionali e nelle capacità auto-regolativa del mercato mondiale, si spegne la fiducia nell'ideologia neoliberista della deregulation e della privatizzazione, nel futuro degli investimenti, dell'occupazione, delle politiche sociali, della sicurezza.
L’Unione Europea potrà rispondere efficacemente alla crisi, che si sta allargando all’economia reale, se saprà dotarsi, oltre alla moneta unica, di un governo europeo dell'economia, un sistema unico di controllo del sistema bancario, una progettualità lungimirante per il rilancio degli investimenti, della produzione, dell'occupazione e della ricerca.
Vi è inoltre la crisi ambientale che è più silenziosa ma forse più dannosa e difficile da affrontare di quella finanziaria. L’Europa deve avere i mezzi per poter investire per sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche ed industriali.
Il governo europeo dell'economia presuppone però un'Europa politica dotata di poteri veramente sovrani anche in politica fiscale, estera e di sicurezza e tale governo non può che essere espressione del voto dei cittadini europei.
Se i partiti europei arriveranno alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo seguendo le vecchie logiche di potere i cittadini vedranno il loro voto ancora una volta scippato dai giochi della politica che dopo tre referendum falliti sul testo costituzionale osa ancora ingannare i cittadini europei prendendo decisioni sopra le loro teste.
Per questo noi giovani chiediamo che il PSE nel Council di Madrid dell’1 e 2 dicembre esprima il proprio candidato alla Presidenza della Commissione europea. Il PSE approva in questa occasione il proprio Manifesto in vista delle elezioni europee del 2009: non ha senso stilare un programma di governo senza indicare chi è il candidato Presidente che si assumerà la responsabilità di realizzarlo.
Noi giovani europei non vogliamo rassegnarci all’idea che vi sia un unico candidato, appoggiato da entrambi gli schieramenti, alla Presidenza della Commissione europea. È la morte della democrazia in Europa. È il modo per allontanare ancor di più i cittadini dalle istituzioni europee.
Gioventù Federalista Europea
www.gfeaction.eu
www.eurobull.it